Io e la figlia del fiume abbiamo passato un periodo un po' turbolento, in cui ci sono state tensioni, inversione di ruoli, momenti ludici e goduriosi. Nulla di questo, comunque, trova posto in questo blog: lascio le menate ad altri frangenti, qui parliamo di sesso :-)
Alla domanda "come ti andrebbe di giocare?" ho risposto nell'unico modo che mi è concesso: avevo voglia di sensazioni forti, di essere portato ai miei limiti e soprattutto di staccare il cervello. La sottomissione per me è principalmente questo: lasciar entrare qualcun altro nella stanza dei bottoni, dimenticandomi del bene e del male.
Di solito a questo punto si trovano frasi di circostanza, del tipo "stai attento a quello che desideri, potresti averlo", o cose simili. Il fatto è che, non solo ho avuto quello che desideravo, ma ne voglio ancora! Ma andiamo con ordine.
La sessione comincia di mattina (non proprio presto, che non è il nostro forte alzarci all'alba). La figlia del fiume mi fa spogliare e mi ammanetta i polsi. L'atmosfera è rilassata, scherziamo entrambi, ma ho davvero voglia che lei prenda il controllo e lei, ci sta provando, si sente. La cosa mi rassicura e mi abbandono agli eventi.
Come prima cosa sono steso sul letto, a pancia sotto, e lei mi pastrugna con le mani: mi graffia, mi picchia, tutto molto piacevole, molto eccitante. Ma serve come riscaldamento.
La mia pelle lentamente si arrossa, e quando evidentemente si ritiene soddisfatta decide di inserire un interludio prima di passare a maniere più forti: in un attimo sono in piedi, tenuto ad un guinzaglio (bruttino e scomodo, peraltro. Dobbiamo proprio fare acquisti): in giro per la stanza, trascinato (qui si capiva che sarebbe servito uno spazio più ampio miei pochi angusti metri quadri) e poi in ginocchio, ai suoi piedi, a dimostrarle la mia devozione. Confesserà poi di aver trovato eccitante la mia vista: il vedermi trasportato, completamente assorbito dall'adorarla (yum).
Dopo poco torno sul letto, e comincia una lunga scalata verso il dolore: mani, frustino, paddle di varia natura. Soprattutto, mi fa cambiare posizione spesso, cosa inusuale e che mi piace molto. Più di tutto, mi piace proprio l'atto di eseguire l'ordine, fare quello che mi viene detto. Stiamo prendendo confidenza con questa cosa: la figlia del fiume è pigra di natura, non le viene naturale nemmeno concepire che si possa voler prendere ordini, assumere una posizione scomoda, fare fatica :-D E comunque si sta impegnando molto per venirmi incontro, oltre al fatto che comincia a prenderci gusto...
Le serie si intervallano, e l'intensità sale in maniera costante - forse questo un po' mi ha disturbato, non so se sono riuscito a prendere il passo, ad adattarmi. Ma non so, è difficile fare chiarezza tra i pensieri.
Finita una serie particolarmente intensa la vedo stendersi sul letto, mostrandomi il suo sesso e ordinandomi di andare a fare "il mio dovere". Cosa che ho fatto ben volentieri: passerei le giornate con la faccia tra le sue coscie, è una delle cose che mi piacciono maggiormente. E mi piace ancora di più quando, come in questo caso, è lei a dirigere: dando istruzioni, dicendomi cosa fare, moderando l'intensità, la velocità, il tempo. Credo che, alla fine, fosse ben soddisfatta del risultato: ci siamo ritrovati spossati, lei dall'orgasmo, io dalla felicità per averglielo dato. È stato un momento di tenerezza splendido: sono rimasto lì, abbracciato dalle sue coscie, infradicito dai suoi umori, a baciarla lentamente. Sarei rimasto lì per ore, in completa atarassia, senza desideri.
Invece, dopo un po', mi fa alzare. Ancora botte, questa volta tante, e forti, finchè non cedo, finchè non le chiedo di smettere. Non so se a causa dell'interludio sensuale, ma non riuscivo più a sintonizzarmi col dolore, ne avrei volute prendere ancora, e molte, ma mi sono ritrovato a piagnucolare e implorare. Forse ho bisogno di nuovi strumenti :-) O forse solo di capirmi un po' meglio (e riuscire a spiegarmi).
Essendo poi lei la donna più buona del mondo, capisco che c'è un orgasmo anche per me, in serbo. Dopo un attimo siamo infatti stesi sul letto: io a pancia in su (come si traduce spread eagle?) lei accoccolata intorno al mio pisellino, armata di vibratore, e per buona misura con un piede appoggiato sulla mia bocca. Strano, quasi incredibile a dirsi, sono venuto dopo pochi secondi, un minuto scarso (credo).
È stato peraltro un orgasmo strano, che poi lei ha definito clitorideo - se può valere questa parola per gli uomini. Il vibratore piazzato sul punto sensibile appena sotto il glande, non mi toccava altro, non c'erano altri stimoli. È stata un piacere superficiale e costante, non spiacevole, ma che complessivamente mi ha lasciato un po' insoddisfatto. Avrei subito rifatto l'amore. Avrei continuato a giocare. Avrei fatto questo e quello, come mio cuggino. In realtà la cosa che ho fatto è stata una doccia - che ne avevo bisogno - e siamo andati a mangiare, rituffati nell'incredibilia di questi giorni.
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