Sabato sera nello specifico.
Io mi spoglio e mi stendo sul tavolo a pancia in giu'. Fa un freddo del diavolo, nonostante la stufetta accesa in un angolo. Ora, la prima fase del fireplay in genere consiste nel preparare il corpo di chi lo subira' al cambiamento di temperatura, quindi ci si passa la fiamma sul palmo della mano e poi si appoggiano le mani sulla pelle nuda, scaldandola. Ecco, la mia pelle aveva veramente bisogno di calore, quindi ho decisamente apprezzato questa prima fase. Il passo successivo prevede l'avvicinamento della fiamma libera al corpo. Tom la muove nell'aria poco sopra la mia pelle, a volte soffiando sulla torcia perche' la fiamma arrivi a lambirla, ma senza mai soffermarsi in un punto. Attivita' gradevolissima, specialmente se si ha freddo: la sensazione e' simile a quella che si prova mettendo le mani qualche centimetro sopra il termosifone, pero' diffusa lungo tutto il corpo. L'unico inconveniente e' che, se come me avete paura del fuoco, il vostro istinto di autoconservazione a questo punto iniziera' a ribellarsi. Il mio e' stato tenuto debitamente a bada, tramutandosi in semplice nervosismo che mi porta a tenere d'occhio attraverso ogni possibile riflesso le mosse di Tom sulla mia schiena. Col passare dei minuti comunque la tensione cala, e inizio a godermi il tutto con un po' di calma in piu'. Una volta superata questa fase di riscaldamento [sic], si passa al contatto vero e proprio. Che non mi fa paura, ancorche' avvenga lontano dalla mia testa. Tom passa dunque a tamburellare e strisciare la torcia accesa sulla schiena, sulle gambe, sulla pianta dei piedi. Adoro la sensazione del fuoco che mi passa addosso, seguita dalla mano di Tom che diffonde il calore e rassicura, mentre non amo il singolo colpo, il cui impatto rimane troppo concentrato in un unico punto (e con la temperatura corporea glaciale che mi ritrovo in genere, lo sbalzo termico e' notevole). Unica eccezione, i piedi: i colpetti di torcia sotto la pianta sono forse quanto di piu' sensuale mi abbia offerto il fireplay sinora. Dopo essersi concentrato sul retro, Tom mi fa girare e pancia in su e tutto ricomincia: stesa sulla schiena posso controllare molto piu' agevolmente quello che fa, e questo e' bene; d'altra parte pero' vedo il fuoco avvicinarsi pericolosamente alla mia faccia, e questo e' male, molto male. Diciamo che fino a che rimane nella meta' inferiore della cassa toracica rimango tranquilla, oltre iniziano ad arricciarmisi le dita dei piedi. Il che spiega il mio sussulto nel vedere una scia di fuoco estendersi tra i miei capezzoli.
Come che sia, un'ultima nota per eventuali lettori: non sognatevi di prendere questo post come una guida, per amor del cielo. Il fireplay e' pericoloso, non si improvvisa, non si impara leggendo i blog. Andate da qualcuno che sa quello che fa, guardate, provate, prendete tutte le misure di sicurezza possibili, tenete sempre conto di quello che puo' essere lo scenario peggiore e cautelatevi di conseguenza. - Fine parentesi Mamma del Fiume.
E fine post.
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