martedì 20 aprile 2010

La nostra prima uscita pubblica!

Caro Diario, e caro internet,
qualche giorno fa io e la Figlia del Fiume abbiamo fatto un passo bello lungo e per la prima volta ci siamo affacciati alla scena BDSM locale. Siamo andati al Crucible in occasione del "Social Sunday: Spanking". Il nome gia' spiega tutto: era un evento sociale, l'atmosfera rilassata e non abbiamo sentito poi troppa pressione. Un po' all'inizio, forse: da buoni italiani avevamo curato almeno un po' il vestiaro, io sportivo, la Dama del Fiume decisamente elegante. Quasi tutti i presenti erano invece decisamente piu' casual (jeans e maglietta per lo piu', con la notevole eccezione di una signora (sosia di Emma Bonino) con autentica divisa scolastica della prima meta' del secolo scorso.
All'inizio la differenza di abbigliamento ci ha fatto sentire leggermente fuoriposto, ma a conti fatti e' stato positivo: la Figlia del Fiume ha ricevuto molti complimenti, e posso dire tranquillamente che abbiamo fatto un figurone.

Il pomeriggio era diviso in due: prima un vero e proprio seminario sulla sculacciata (dove colpire e dove no, imparare a leggere il linguaggio del corpo, pro e contro delle diverse posizioni) condotto da Mr Meanie, master di un'allegra learther family poliamorosa, il quale si era giustamente portato dietro due sub (beta e epsilon) per corroborare la teoria con "sonanti" esempi pratici.

Finito il seminario, liberi tutti e si chiacchiera. Ci avventiamo sul buffet, ed intanto ci guardiamo attorno. L'atmosfera era, dicevo, rilassata, ci saranno state una trentina di persone, piu' lo staff del Crucible. Per rompere il ghiaccio (che non conoscevamo nessuno) attacchiamo discorso con Zombree, tizia (rivelatasi poi molto simpatica) gia' adocchiata Fetlife, e con cui avevamo scambiato un paio di timidi messaggi prima dell'evento. Da li' in poi e' stato tutto in discesa, almeno per la parte sociale: chiacchiere leggere, parecchi accenni al bdsm, ma niente di personale. Insomma, una normale festa tra sconosciuti, con sullo sfondo colpi e urletti dei poveretti che, giocando, finivano per trovarsi dal lato doloroso del paddle. O dello strap. O del cane. O di altra roba che non saprei ben definire.

Ma poi, giunti oltre la meta' dell'evento, un po' stufi di semplicemente stare a guardare, io e la Figlia del Fiume ci chiediamo: allora, che si fa?
Dopo una piccola contrattazione, mi ritrovo chi sa come ad abbracciare un mobiletto imbottito, una sorta di cassapanca, con le mie terga ben esposte. E da li' cominciano i guai :-)

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