venerdì 21 maggio 2010

Ai piedi della Figlia del Fiume: fetish e vita di coppia

Ieri pomeriggio inaspettatamente mi libero presto dal lavoro, la chiamo e poco dopo siamo sull'autobus alla volta di un centro commerciale. Missione ardua e difficoltosa davanti a noi: comprarle un paio di scarpe.
Difficoltosa perche', contrariamente allo stereotipo femminile, la Figlia del Fiume non e' particolarmente interessata alle scarpe e non ne colleziona a centinaia come segretamente sognerebbe il mio spirito feticista. E anche perche' lei e', sostanzialmente, una donna pratica. Giusto per castrare ogni spirito retifista.
Ancora sull'autobus concordiamo pero', amichevolmente, due obiettivi di compromesso: un paio di sandali, bassi e comodi, per la vita quotidiana, ed un paio di scarpe eccessive e azzardate, che lei da sola non si sarebbe mai comprata, e per la quale sono presente io - a fare cioe' l'amica zoccola che ti spinge a fare cose che i tuoi genitori disapproverebbero.
Ottimo, ce la sentiamo, partiamo!

Primo modello
Sandali con zeppa in sughero. Prova, riprova, cammina con uno, cammina con entrambi. Scartati: fanno male.

Modelli secondo, terzo, quarto e quinto.
Tacco alto, tacco basso, aperte, chiuse, con laccetto, senza laccetto. Non troviamo i numeri, non piacciono, stringono, stanno large. Niente: scartare.

Modelli sesto, settimo, undicesimo, ventitreesimo, ...
Senza piu' nessuna remora o vergogna, azzardiamo! Propongo scarpe eccessive, un paio di sandaletti viola da ragazza squillo, cuoio, scamosciato, colori fluorescenti, ornate in maniera elegante, ornate in maniera vistosa. Leggero cedimento di nervi. Dentro di me, qualche momento di sconforto: la missione sembra, oggettivamente, impossibile. La Figlia del Fiume non mette le scarpe col tacco. Mai. Quasi mai, in realta'. E comunque non tacchi... cosi'.
E dire che anche lei, poverina, si sta impegnando. Diciamo che, per il settanta percento, lo sta facendo per me. Pero' c'e' un buon 30% - che non e' una brutta percentuale - di divertimento sincero, di voglia di provare. Pero' forse il compito e', semplicemente, troppo.


Per temporeggiare, ci buttiamo sulle scarpe "comode". Il famoso paio di sandaletti, da tutti i giorni. E finiamo, inspiegabilmente, per metter mano su un paio di wool boots, che qui vanno abbastanza di moda, che alla Figlia del Fiume piacciono, e che non finiscono di lasciarmi basito. Ecco un link, non me la sentivo di includere l'immagine nel blog. Piu' tardi la Stessa Figlia del Fiume ammettera' che, cercando nelle scarpe un po' di erotismo, in questo modello se ne trova... ecco, poco.
E poi, finalmente, il miracolo.
Davvero, non solo a questo punto non ci credevo piu', ma prima di partire non avrei davvero sperato in un risultato del genere. Ed invece, ecco la luce in fondo al tunnel. E che luce!

Con lo spirito della faina, so che avere le zampe sulla preda non significa salvezza. Affretto quindi l'acquisto, per metterci al riparo da ripensamenti. E si va a casa.

A casa, dopo cena, la Figlia del Fiume dice che avrebbe proprio voglia che "qualcuno" si prendesse cura delle sue stanche estremita'. Ah, il sacrificio: con fatica e sconforto, acconsento :-) E quindi nell'ordine:


  • Pediluvio (acqua calda + sale) e subito ci riprendiamo dalla stanchezza.
  • Pedicure (pellicine, parti dure, unghie rifilate) non sono un professionista ma bilancio con la dedizione
  • Crema e massaggio, e questa parte riesce sempre ad essere chissa' come un po' sessuale
  • Smalto: nuovo colore da provare, inumano e azzardatissimo

E poi, finalmente, ritiriamo fuori le scarpe nuove appena acquistate, per l'inaugurazione ufficiale. Il risultato e' stato, manco a dirlo, mozzafiato.


Dieci centimetri di tacco. Dieci, dico. Dieci! Ma ci credete? Su un paio di scarpe lucidissime, coperte di paillettes, da reginetta del ballo.
Per la cronaca, con queste scarpe la Figlia del Fiume buca i due metri. Ecco. Dobbiamo ancora un po' lavorare sulla camminata, e sull'acquisire sicurezza. Pero' le potenzialita', a questo punto, sono incalcolabili.

Piu' tardi, molto piu' tardi, quando eravamo abbracciati a letto poco prima di addormentarci, lei fa ancora in tempo ad avvertirmi: "guarda che passeranno anni prima che io sia in grado di calpestarti con quelle!"
Beh, ovvio: il mio e' un piano a lungo termine...

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