I piu' assidui lettori di questo blog (si', entrambi gli assidui lettori) saranno certamente stupiti dall'impennata nella frequenza dei post. Il fatto e' che tendo a scrivere solo quando ho qualcosa di importante da dire. E, evidentemente, in questi giorni cose importanti da dire ne ho molte. Come ad esempio raccontarvi cosa e' successo ieri, quando accompagnato da Lady O, sono giunto ad una casa privata nella simpatica suburbia locale, dove si svolgeva uno spanking party.
Spanking party, questo sconosciuto.
A prima vista poteva sembrare una pacifica riunione di famiglia: tra le quindici e le venti persone accomodate in salotto, sul patio o nella cucina di una bella casetta di periferia. Niente latex, niente abiti eccessivi, facce serene e poco o nulla libidinose. Finger food per chi ne sentiva necessita', chiacchiere di ogni genere: dal tempo, al lavoro, alla provenienza dei vari ospiti. Certo, in poche riunioni di famiglia si parla anche di seminari bdsm, di ruoli, di figure piu' o meno note della scena locale. E in poche riunioni di famiglia la gente ha un cartellino attaccato alla camicia con scritto il nome e (pick one or more) master/mistress/switch/sub/slave.
In effetti, a guardarlo cosi', il paragone con la riunione di famiglia fa acqua.
Anche perche' l'altra grossa differenza e', senza dubbio, la colonna sonora. Dall'istante in cui ho messo piede nella casa ho sentito un ciak-ciak costante, alternato qui e la' da qualche urletto, provenire dalle stanze. Le stanze erano, appunto, tre camere da letto, usate a turno da chi voleva giocare. E dico "a turno" con particolare proprieta' di linguaggio: su ogni porta c'era un foglietto con degli slot da mezz'ora, chi voleva giocare doveva prenotarsi e, una volta dentro, rispettare gli orari. Tutto cio' perche', oltre alla americana e maniacale professionalita' nell'organizzazione, avere un piano dei turni era decisamente necessario: nelle mie circa quattro ore di permanenza alla festa le stanze sono state usate costantemente.
Cosa succede nelle stanze?
Beh, non e' che proprio lo possa descrivere, che le porte erano chiuse. Dal sonoro direi principalmente impact play (era appunto uno spanking party). Se e' successo anche altro non mi e' dato saperlo.
Lady O ed io arriviamo tardi, quando ormai sono gia' le sette di sera - complice il fatto che Lady O, da buona romagnola, diffida della tecnologia e in assenza del gps abbiamo avuto qualche piccolo problema di natura geografica nell'attraversare le impetuose strade di Fairfax - e quasi tutti gli spazi erano prenotati. Lei, peraltro, e' stata accolta come una star, conosceva tutti e da tutti era rispettata. Io, povero e timido (seeee...) ho avuto bisogno di un po' per carburare, entrare in confidenza coi presenti, far funzionare la socialita'.
Fatto sta che passano le nove (la festa finiva alle dieci) e io non ho giocato, non ho piu' speranze a riguardo, e tutto sommato mi metto il cuore in pace. Avevo peraltro assistito ad un double trouble spanking in occasione, se ho capito bene, del compleanno di una delle ragazze presenti, quindi diciamo che almeno il mio lato voyeuristico era stato soddisfatto.
Passano le nove, dicevo, e come per magia a causa di uno scambio di stanze salta fuori un posto. Lady O, compiendo il balzo della martora, mi intercetta: "Giochiamo?"
E come rifiutare?
La mistress comincia a trafficare quindi con la sua toybag, consistente di un trolley di discrete proporzioni ed un involto viola dalla misteriosa e preoccupante natura. Per rassicurarmi mi informa che, sicuramente, saro' stato un naughty boy, e che meritavo la punizione di rito. Io ho cercato di spiegarle stupito che sono biologicamente incapace di essere men che buonissimo, ma pare che non l'abbia convinta.
E quindi, non so come, ci troviamo in stanza. Privatamente Lady O e' gentilissima, discutiamo un po' di tecniche, sensazioni, limiti (ci tengo a specificarle il mio pessimo rapporto col freddo, dato che nel pomeriggio l'ho vista intingere nel ghiaccio un bizzarro e spaventevole coso metallico prima di avviarsi in una delle sue stanze di gioco). E poi, senza troppa vergogna, mi spoglio, vengo bendato, e mi stendo sul letto.
Era la prima volta che giocavamo assieme, e dal suo modo di comportarsi ho potuto chiaramente capire quanto lei stessa ci tenesse a fare una buona impressione, a non spaventarmi, a conoscerci con calma. Ecco quindi tutta una prima fase quasi dolce, con qualche bottarella di flogger e soprattutto tante mani nude che colpiscono, si', ma anche accarezzano, graffiano, paciugano. Molto piacevole, molto rilassante. Pero' quando, dopo qualche minuto, si informa sul mio stato e mi chiede di valutare il dolore fin li' da uno a dieci, non posso fare a meno di rispondere, titubante, "... uno?"
E scoppiamo a ridere.
Cosa fantastica questa: uno dei problemi sulla scena e' la gente che si prende troppo sul serio. Che gia' mi da' fastidio nella vita comune, figuriamoci in camera da letto.
Capito quindi che potevamo alzare un po' i toni, i toni si sono alzati. Hanno fatto la loro comparsa un paio di slappers e uno o due paddle. Il tutto comunque senza mai soluzioni di continuita': ogni tanto giocava piu' pesantemente, per poi rallentare, passare alle mani, alle carezze, ma non si interrompeva mai, cercando di tenere sempre vivo un contatto, un ponte verso di me.
Non credo di essere comunque riuscito a rilassarmi del tutto (oggi mi faceva male una spalla, probabilmente ero teso e non me ne sono accorto), e lei e' stata decisamente gentile - lasciandoci alla fine della sessione mi ha confessato di aver fatto cose... peggiori. Ecco, diciamo peggiori.
Ma comunque, pur nei limiti della prima esperienza di gioco con una nuova partner, e' stato estremamente positivo: lei si e' divertita, io mi sono divertito, e scaduta la mezz'ora eravamo entrambi dispiaciuti di non avere piu' tempo a disposizione.
Al rientro (taglio sugli ulteriori dettagli, che il post e' gia' chilometrico) ho raccontato il pomeriggio nei dettagli alla Figlia del Fiume. E mi si e' scaldato il cuore: lei stessa, oltre ad essere sinceramente felice per me, sembra aver giovato dell'esperienza, in una maniera che non ho del tutto compreso ma che sembra essere molto promettente.
Stay tuned!
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