lunedì 29 giugno 2009

Sull'uso della safeword

L'ultima volta che abbiamo giocato, una decina di giorni fa, le cose sono iniziate bene per poi precipitare.
Abbiamo iniziato la scena in maniera giocosa, lei mi stava a cavalcioni e leggeva le definizioni di un cruciverba compilato mesi prima: se sbagliavo le prendevo, se indovinavo si passava alla definizione successiva...
Molto leggero, molto divertente, è stato un bel riscaldamento. Poi entrambi avevamo voglia di alzare un po' i toni, cosa che è avvenuta prontamente: mi sono ritrovato sotto una salva crescente per intensità e frequenza. L'obiettivo della figlia del fiume era chiaro, ed infatti dopo poco l'ha esplicitato: voleva che arrivassi al limite, che non sopportassi più, che cedessi ed usassi la parola di sicurezza (che per l'occasione era stata cambiata con una definizione che avevo particolarmente faticato ad indovinare). "Dilla, dilla!" mi diceva.

Dal suo punto di vista era una cosa un po' scherzosa, avevamo cominciato giocando ed il tono della sessione era ancora "giocoso".
Dal mio le cose erano tremendamente serie. Intanto i colpi erano forti, e non riesco davvero a ridere prendendole seriamente. L'intensità è salita rapidamente, al pari della frequenza, e senza soluzione di continuità, quindi non avevo fatto in tempo ad abituarmi, non me la stavo godendo, e resistevo solo per forza di volontà.
La parola di sicurezza è un po' un tabù per me. Il significato che le ho sempre dato è: non mi sta più piacendo il gioco, basta. Se cominciamo ad includerla, se dopo averla detta poi ne prendo ancora un po' (come è capitato qualche volta), cosa posso usare per dire che davvero non mi piace più e voglio smettere subito?
C'è poi il discorso del controllo. Forzarmi alla parola di sicurezza ha due effetti. Primo mi sbatte in faccia che, da ultimo, sono io a decidere. E, per uno che cerca di dare via il controllo, non è il massimo.
In secondo luogo mi mette in una situazione combattuta, perchè quando la dico di solito termina la sessione. Ma in questo periodo, dove giochiamo poco, e dove anche se cerco di non farlo pesare ho davvero tantissima voglia, vorrei che quando giochiamo non finissimo mai, e che durasse il più a lungo possibile.
Mi sono ritrovato quindi in una situazione brutta, tirato da desideri diversi, e sono finito in lacrime. Di irritazione, purtroppo.

giovedì 25 giugno 2009

La sessione che vorrei (lettera aperta alla figlia del fiume)

L'idea di pianificare una sessione femdom ronza da parecchio: su spinta della figlia del fiume scrivo senza vergogna quello che mi piacerebbe provare. Seguiranno le contrattazioni di rito: alcune cose, so per certo, non ti piacciono, o comunque non ti fanno impazzire, ma mi hai chiesto sincerità ed eccoti servita.

NOTA: ho messo qualche link a testi e video. Occhio ad aprirli se c'è gente intorno.

Atteggiamento: importante, credo che sia il primo punto. Mi piacerebbe che la figlia del fiume assumesse un atteggiamento dominante. Nel tono della voce, negli ordini impartiti. Vorrei sentire la sua sicurezza, percepirla a pelle. Se lei è sicura io mi fido e non penso. (link)

Punizioni - dolore: ovvio. Impact play crescente, ma non straziante. Magari spezzettato, per farmi riprendere fiato, alternato ad altri giochi. Recentemente abbiamo avuto qualche problema con la safeword, che preferirei stesse fuori e servisse solo da uscita d'emergenza. Ma sarebbe bellissimo implorarti, chiedere di fermarti e non venire ascoltato.
Cera, graffi, schiaffi, anche calci se vuoi. Perchè no? (link)

Umiliazioni: lista infinita. Dover stare in posizioni imbarazzanti o scomode, essere insultato, eseguire compiti ingiustificati. In questa non posso darti veri suggerimenti, perchè devi sentirti molto a tuo agio. (link)

Premi - fetish: prendermi cura dei tuoi piedi, adorarli e baciarli è un "major turn on" per me, lo sai. Vorrei che tu ne parlassi, me lo ricordassi stuzzicandomi, mettendomi davanti all'oggetto del desiderio, e poi negandolo. Puoi giocare molto con la mia attrazione, se ci provi verrai che ti risulterà facile. Se e quando deciderai che mi sono impegnato abbastanza, vorrei che mi dicessi esattamente cosa fare, commentassi, ordinassi.
Anche le scarpe sono attraenti, tanto più quanto le usi come strumento di deumanizzazione e distacco. Mi vedo nudo, steso faccia a terra, davanti a te in piedi e vestita, con le labbra incollate alla punta dei tuoi stivali, mentre mi controlli e soppesi. O a pulirne le suole, per dimostrarti la mia devozione. (link)

Orgasmi - tuoi: tutti quelli di cui hai voglia, ovviamente. Servirti sessualmente è una cosa fantastica, che adoro fare. Con la bocca, con le mani, con i giocattoli. Essere usato, ricevere ordini precisi mentre lo fai, o essere bloccato e non poter fare niente. Ovviamente puoi usare tutto il mio corpo, ma su alcune parti non garantisco di avere il completo controllo... :-D (video 1 - settantaaaaaa) (video2 - barefoot princess) (blog di bitchy jones)

Orgasmi - miei: tematica difficile, se mi arriva un orgasmo poi la voglia di sottomissione scende sotto i piedi (no pun intended :-D), ed infatti finora sempre il mio orgasmo ha fatto finire la scena. Se inserito nel gioco potrebbe essere il culmine del teasing and denial, ma comunque non è del tutto necessario che io abbia un orgasmo. E per averlo dentro di te - mentre facciamo sesso - non so se mi sento ancora pronto: dovresti davvero avermi sotto controllo, ad un livello che non ho mai provato. Per ora preferirei passare. (link su idee per t&d, ignora la grafica orrenda)

Punizioni - soffocamento: essere usato da sedia o cuscino, magari all'inizio, mentre "entriamo nel mood", e mentre dichiari cosa hai intenzione di fare o (se vuoi) quali sono state le mie mancanze. O giocare al gioco dell'apnea, già conosciuto e sempre in voga. (video)

Restrizioni: bondage leggero (abbiamo due comodissime polsiere e non le usiamo da un secolo), bendato, imbavagliato. Collare e guinzaglio mi farebbero impazzire.

Anal play: sì, assicurati che io sia a mio agio (pulito, svuotato) e se non lo sono mandami in bagno. E poi divertiti non badando troppo alle mie lamentele. (consigli)

Vestiti: io dovrei essere nudo, o il più nudo possibile comunque. Tu dovresti essere vestita apposta: gli abiti aiutano, sono un biglietto da visita. Se te la sentissi potresti mettere il corsetto. Guanti: mi piacciono, ti piacciono, ma non li abbiamo mai usati. Stivali o scarpe alte. Un filo di trucco. Insomma, sottolineare anche con l'aspetto, che l'uomo è una bestia visiva. (link - non ho trovato di meglio...)

Regole: sì, definitivamente, concordate e ricordate prima di iniziare. Qual è il segnale di inizio, quale di fine. Come devo rivolgermi a te (signora? padrona? mistress? per nome? big boss?). Posso o non posso farti domande in gioco? Se sì, con quale formula? Devo chiedere il permesso per la domanda? O alzare la mano? (link)

Passo la palla :-D

assenza (in)giustificata

metapost di scuse: periodo strapieno, per un mesetto sono stato lontano da questo blog. Alcune motivazioni buone ce le avevo (tra cui seri problemi col mio computer di casa, dall'ufficio non è comodissimo scrivere). Anche se uno dei motivi principali è la spirale della vergogna: mi ero imposto un certo ritmo di scrittura, ho cominciato a zoppicare, questo mi faceva sentire in colpa/vergognare con me stesso, il che mi rendeva sgradevole l'idea di fare un nuovo post perchè sarebbe stato, appunto, un post di scuse, quindi tergiversavo, quindi aumentava la vergogna. Eccetera.

Scuse, poi, verso chi? Credo verso me stesso, oltre che ai lettori - che però sono pochissimi e sparuti. Vabbè, ricominciamo