venerdì 19 novembre 2010

Una giornata di servizio

Domenica scorsa abbiamo passato la nostra prima giornata "in ruolo": per tutto il giorno abbiamo giocato a interpretare io il cavalier servente, la figlia del fiume la spoiled brat. E' ovviamente stato un successo!
Non potendo fare una cronaca minuto per minuto, ecco alcuni flash.

Sveglia
Suona la sveglia e voglio morire, come al solito. Pero' mi ricordo che la giornata che ho davanti promette divertimenti, e allora in qualche modo riesco ad uscire dalle coperte. Lascio la figlia del fiume al calduccio, semidormiente, che mi rivolge un'espressione tipo mmmmnnngaaaurgh.
Vado in cucina e comincio a cucinare i pancake. Preparo latte, caffe', succo. Sulla tavola un fiore della pianta di basilico (ehm...), e il nostro salvadanaio a forma di pulcino grasso da cui spunta un foglietto: momento un po' mieloso, due righe in cui le dichiaro il mio amore e la mia disponibilita' a servirla per la giornata.
Vado poi in camera e la sveglio, sulle note di "Sunday Morning" (che oltre ad essere appropriata, era anche stata esplicitamente richiesta la sera prima).

martedì 2 novembre 2010

Una sculacciata e tre orgasmi

La sculacciata l'ho presa io, gli orgasmi sono stati (quasi) equamente distribuiti tra me e la Figlia del Fiume.
Non le prendevo da un po', e da qualche giorno la Figlia del Fiume aveva fatto capire che aveva un po' voglia di "riprendere il discorso". Non che mi opponga alla cosa, eh :)
Come ho appena finito di scrivere nel post precedente, senza caricare troppo gli eventi mi ritrovo sulle sue ginocchia, e tra una coccola ed un bacetto, comincia a darmi "due totò".
Non le prendevo davvero da tanto, qualcosa come tre mesi, ed infatto ho subito cominciato ad accusare il colpo. Non che questo l'abbia intimidita...

Prima le mani, poi il flogger, poi il paddle, poi di nuovo il flogger. Lei e' stata dolce, amorevole, e nelle pause tra le serie eravamo in un brodo di coccole e carezze da innamoratini adolescenti. Io non sono stato il piu' resistente dei bottom, anche il paddle ha continuato a pungere e bruciare e non sono riuscito a godermelo a fondo, e lei era divertita e sicura di se' ma non crudele, ed anzi ha fatto di tutto per rendermi l'esperienza piacevole. Ed e' andata benissimo: e' stato un momento importante, abbiamo ristabilito un'intimita' - un pezzetto di intimita' - che mancava.
A questo punto mancavano solo gli orgasmi.

Cambio di passo

Piccolo diario di bordo, per fissare alcune idee.
Il mio rapporto con la Figlia del Fiume e tutte le tematiche kinky sta attraversando un periodo particolarmente felice. Dopo qualche maretta e una dose infinita di sane menate (che ad entrambi piace spaccare il capello su tutto), tutto il discorso femdom e bdsm in generale si e' alleggerito del carico emotivo e di aspettative che forse ci rallentavano un po'. Risultato: siamo piu' scherzosi, prendiamo le cose meno sul serio, e giochiamo molto, molto di piu'. Yay!

giovedì 21 ottobre 2010

Come un petardo esploso tra le dita

[tutta una parte di chiacchiere e menate da coppia di innamorati che si addentrano in terreni inesplorati, con relativi periodici intoppi e insicurezze, che viene fortunatamente omessa]

E quindi dopo esserci affettuosamente strusciati un po' sul letto mi preparo ad andare a dormire, che dopo tutte le menate appena chiuse se provo a buttarla sul sesso la Figlia del Fiume mi azzanna.
E invece no, inaspettatamente. Che la Figlia del Fiume e' sempre difficile da decifrare, e non sempre si riesce a quantificare il carico di sensualita' delle sue azioni, ma qui, invece, sembrerebbe, insomma, quantomeno
"va un po' a prende i guanti e il gel"
Ecco. I guanti sono, ovviamente, di lattice (grande acquisto per pochi spicci al market), il gel e' ad uso intimo.
Dato che vengo da alcuni giorni di (involontario) teasing and denial, non e' che faccio molta resistenza: in un attimo steso sul letto semignudo, lei seduta accanto che mi paciuga tutta felice.

Sara' stata l'astinenza. Sara' stata la sensazione del lattice sui punti sensibili. Sara' stato il senso di essere in balia di qualcun altro - come lei stessa gentilmente sottolineava, mandandomi istantaneamente il cervello a prender farfalle. Fatto sta che ero tutto un gemito, una moina, un tremare per ogni minima carezza. Donne! Provate! Non solo renderete il vostro uomo felice, ma lo avrete in pugno. Non solo fisicamente.
Infatti mentre ero li' a farmi strusciare, cresceva dentro me un profondo senso di sottomissione e adorazione. Ero completamente in balia di questa donna, che mi stava si' trastrullando, ma da cui dipendevo. Se lei si fermava, mi fermavo anch'io, se lei riprendeva tornavo a contorcermi disordinato.
Il mio istinto masochista sperava di essere tenuto in quella condizione, magari ai limiti dell'orgasmo, magari per ore.
Il mio istinto di conservazione, di contro, era un po' preoccupato.
Quando, come da specifica richiesta, chiedo il permesso per avere un orgasmo, lei risponde con un conto alla rovescia: cinque, quattro, tre, spruuuz. Ehi, non sono un robot.
Ha anche accennato appena a continuare - tutti sanno che si diventa ipersensibili appena dopo - ma visti i miei spasimi si e' ritratta subito e mi ha lasciato andare. Un po' mi e' dispiaciuto.

Dalle ceneri...

Sembra che non riesca proprio a mantenere continuita' in questo blog.
Sembra anche che non riesca a chiuderlo del tutto: periodicamente arriva qualcos'altro.
Quindi, dalle ceneri, ecco che si ricomincia

domenica 11 luglio 2010

La maledizione della quotidianita'

Il ritmo di questo blog e' rallentato fino quasi a fermarsi. Perche'?
Questo blog e' nato per raccogliere emozioni e considerazioni sul mio cammino nel mondo del bdsm, e del mio rapporto con la figlia del fiume, ovvero la mia fidanzata. Negli ultimi tempi le emozioni in questo campo si sono un po' fatte desirerare. Vediamo di fare quindi almeno qualche considerazione.
Sono spariti tre elementi, tre "sensi" dalla nostra intimita'":

- il senso dell'anticipazione: un tempo si programmava ogni sessione qualche giorno prima, il che portava ad andicipazioni e crescita del desiderio: nei giorni precedenti al gioco fantasticavo su cosa sarebbe successo nella data fatidica, e mi perdevo sognando ad occhi aperti. Le anticipazioni potevano anche essere un'arma a doppio taglio, dato che hanno la brutta tendenza ad essere deluse. Ma comunque c'era un'ansia positiva, un'illusione da sabato del villaggio, che ormai e' sparita. Ora quando giochiamo semplicemente capita, difficilmente si programma in anticipo.
- il senso della scoperta: facciamo, sostanzialmente, un po' sempre le stesse cose. E' chiaro che non si puo' realisticamente pretendere qualcosa di nuovo ad ogni incontro, pero' ogni tanto si ha la sensazione di un copione recitato troppe volte.
- il senso dell'immedesimazione: il carico emotivo e' ridotto, e da tempo non sento piu' scattare quel "click" interno che mi faceva entrare in una modalita' mentale diversa. Ora siamo semplicemente io e la figlia del fiume che facciamo cose, senza soluzione di continuita': lei non smette di essere se stessa, io non smetto di essere me stesso. Non c'e' mai autorita'/sottomissione, non c'e' quel calarsi nel ruolo che rende tutto piu' vero, tutto piu' immersivo. Semplicemente ora le sessioni sono legate al "fare cose".

La sparizione di questi tre "sensi" hanno contribuito a banalizzare non poco gli aspetti bdsm del nostro rapporto. Ora tutto e' piu' intimo, piu' tenero, piu' famigliare. E contestualmente, piu' banale, piu' sciapo, piu' noioso. Fatico quindi a sentire trasporto ed emozioni, ed il mio stesso desiderio e' in stand-by. D'altra parte i tre sensi non sono spariti di colpo, ovviamente: sono stati slavati via, come il colore da una maglietta vecchia, una lavatrice alla volta. Ho pero' speranza che le cose possano cambiare.

Scrivo queste poche righe mentre sono sveglio e assonnato, ma non riesco a dormire. Ne parlero' con la figlia del fiume, e vediamo cosa succede.

lunedì 28 giugno 2010

Orgasmi ed empatia

Scrivo queste parole con mani molli e senza forza, completamente svuotato e con il cervello alto, ancora in volo, mica del tutto adeso al corpo. E non sono neanche venuto!

Dovevamo uscire, ma un acquazzone improvviso e terribile (anche se previsto dal ligio servizio meteo) ci ha convinti che in fondo anche la vita domestica ha i suoi lati positivi. Salto addosso alla figlia del fiume, che gia' da qualche giorno ci rincorrevamo, schivandoci, annusandoci, facendo salire il desiderio. In un attimo chissa' come siamo sul letto, a grufolare mentre ci strappiamo i vestiti. E poi succede: lei si toglie la maglia, e quando la sta facendo passare sopra la testa io la blocco: e' una benda improvvisata, vedo solo la sua bocca dal naso in giu', le braccia non riescono a muoversi bloccate dal tessuto. Am!
Am: e' bellissimo baciarla cosi', sentirla eccitata ed entusiasta, un po' bloccata, un po' in balia. E poi, inaspettata, mi chiederle di metterle il cappuccio.
Del cappuccio ho gia' parlato, credo: e' di licra, nero, copre tutta la testa e lascia solo la bocca a disposizione (una cosa cosi', all'incirca). La figlia del fiume era un po' restia a indossarlo. A quanto pare oggi ha cambiato idea.

Lo spettacolo e' scintillante: il suo corpo nudo, bellissimo, a disposizione. Il suo viso svanito ma ancora intuibile, nelle forme. E solo le labbra e la bocca, li' per me, un po' umide, un po' ansimanti. E del suo corpo bisogna occuparsi: mi dedico a lei, alle sue tette, alle sue labbra, al suo clitoride salterino. Non voglio altro, non voglio scoparla, non voglio niente per me: c'e' solo lei, a disposizione, un giocattolo infinito. La bacio dappertutto, lecco, mordo, graffio, colpisco. Lei e' assolutamente in balia, ma non per mie supposte doti machiste: e' abbandonata, recettiva, accetta tutto, ama tutto. Usare, intromettere anche il mio corpo sarebbe quasi fuoriluogo, rovinerebbe il momento (certo, una succhiatina qua e la' non si rifiuta, ma niente di serio).
Si sale, si sale, e quando mi confessa di non riuscire piu' a resistere sorrido, anche se lei non lo vede: la giornata e' ancora luuuunga, non c'e' nessuno bisogno di resistere. Lasciati andare, amore mio, lasciati andare. Lei lo fa, e comincia la lotta.
L'orgasmo femminile e' meraviglioso: se provocato da stimoli precisi e controllati (le mie dita, in questo caso) puo' andare avanti ad oltranza, ondata dopo ondata: certo, lei dopo un po' comincera' a chiedere di smettere, a produrre gridolini quasi di sofferenza, ma voi non credetele, e' tutta una finta. Resistete, e continuate finche' ne avete voglia. Lo spettacolo e' godurioso, d'altra parte.

Qualche minuto dopo, lei e' abbracciata al cuscino, ansimante, ancora incappucciata. Mi chiede se puo' togliere il cappuccio: no, guarda, mica abbiamo finito. Ma se ha le forze per chiedere vuol dire che si e' ripresa abbastanza: prendo un giocattolo vibrante (la versione domestica della hitachi magic wand, ma comprata al supermercato per un terzo del prezzo da sexy shop) e comincio a giocare un po' con il suo solo apparentemente esausto clitoride. Poco dopo, complice ormai un po' di esperienza, eccola di nuovo che si dibatte, cerca di strapparmi via il giocattolo, urla. Una fatica tenerla in posizione! Anche perche', con tutto l'impegno che ci ho messo, non vorrai mica farlo finire subito.

E poi, dopo il secondo orgasmo, ci troviamo sul letto: abbracciati, entrambi provati, svuotati e felici. E io?
Io per il momento niente, ma anche e soprattutto per scelta mia: occuparmi di lei mi soddisfa, e anche un po' mi stanca, ora ho bisogno di coccole, di lasciarmi andare, e di fare l'amoeba spalmato sul divano. Ci sara' tempo di pareggiare i conti

sabato 22 maggio 2010

Avete presente?

Avete presente quegli orgasmi infiniti, pregnanti, da piegarti le ginocchia, quelli dove respiri troppo in fretta e vai in iperventilazione e ti si annebbia la vista, quelli dove ti prudono i denti e vieni ridotto ad un budino emotivo, incapace di esprimerti, incapace di ringraziare, incapace di emettere suono articolato per l'improvvisa sparizione delle vocali, uno di quegli orgasmi che ti fanno considerare - solo per un momento, eh - l'idea di non masturbarti mai piu' nella vita, una perla, un momento perfetto, uno dei pochi frangenti dove ti riscopri religioso e credente, un orgasmo cosi', insomma.

venerdì 21 maggio 2010

Ai piedi della Figlia del Fiume: fetish e vita di coppia

Ieri pomeriggio inaspettatamente mi libero presto dal lavoro, la chiamo e poco dopo siamo sull'autobus alla volta di un centro commerciale. Missione ardua e difficoltosa davanti a noi: comprarle un paio di scarpe.
Difficoltosa perche', contrariamente allo stereotipo femminile, la Figlia del Fiume non e' particolarmente interessata alle scarpe e non ne colleziona a centinaia come segretamente sognerebbe il mio spirito feticista. E anche perche' lei e', sostanzialmente, una donna pratica. Giusto per castrare ogni spirito retifista.
Ancora sull'autobus concordiamo pero', amichevolmente, due obiettivi di compromesso: un paio di sandali, bassi e comodi, per la vita quotidiana, ed un paio di scarpe eccessive e azzardate, che lei da sola non si sarebbe mai comprata, e per la quale sono presente io - a fare cioe' l'amica zoccola che ti spinge a fare cose che i tuoi genitori disapproverebbero.
Ottimo, ce la sentiamo, partiamo!

Primo modello
Sandali con zeppa in sughero. Prova, riprova, cammina con uno, cammina con entrambi. Scartati: fanno male.

Modelli secondo, terzo, quarto e quinto.
Tacco alto, tacco basso, aperte, chiuse, con laccetto, senza laccetto. Non troviamo i numeri, non piacciono, stringono, stanno large. Niente: scartare.

Modelli sesto, settimo, undicesimo, ventitreesimo, ...
Senza piu' nessuna remora o vergogna, azzardiamo! Propongo scarpe eccessive, un paio di sandaletti viola da ragazza squillo, cuoio, scamosciato, colori fluorescenti, ornate in maniera elegante, ornate in maniera vistosa. Leggero cedimento di nervi. Dentro di me, qualche momento di sconforto: la missione sembra, oggettivamente, impossibile. La Figlia del Fiume non mette le scarpe col tacco. Mai. Quasi mai, in realta'. E comunque non tacchi... cosi'.
E dire che anche lei, poverina, si sta impegnando. Diciamo che, per il settanta percento, lo sta facendo per me. Pero' c'e' un buon 30% - che non e' una brutta percentuale - di divertimento sincero, di voglia di provare. Pero' forse il compito e', semplicemente, troppo.


Per temporeggiare, ci buttiamo sulle scarpe "comode". Il famoso paio di sandaletti, da tutti i giorni. E finiamo, inspiegabilmente, per metter mano su un paio di wool boots, che qui vanno abbastanza di moda, che alla Figlia del Fiume piacciono, e che non finiscono di lasciarmi basito. Ecco un link, non me la sentivo di includere l'immagine nel blog. Piu' tardi la Stessa Figlia del Fiume ammettera' che, cercando nelle scarpe un po' di erotismo, in questo modello se ne trova... ecco, poco.
E poi, finalmente, il miracolo.
Davvero, non solo a questo punto non ci credevo piu', ma prima di partire non avrei davvero sperato in un risultato del genere. Ed invece, ecco la luce in fondo al tunnel. E che luce!

Con lo spirito della faina, so che avere le zampe sulla preda non significa salvezza. Affretto quindi l'acquisto, per metterci al riparo da ripensamenti. E si va a casa.

A casa, dopo cena, la Figlia del Fiume dice che avrebbe proprio voglia che "qualcuno" si prendesse cura delle sue stanche estremita'. Ah, il sacrificio: con fatica e sconforto, acconsento :-) E quindi nell'ordine:


  • Pediluvio (acqua calda + sale) e subito ci riprendiamo dalla stanchezza.
  • Pedicure (pellicine, parti dure, unghie rifilate) non sono un professionista ma bilancio con la dedizione
  • Crema e massaggio, e questa parte riesce sempre ad essere chissa' come un po' sessuale
  • Smalto: nuovo colore da provare, inumano e azzardatissimo

E poi, finalmente, ritiriamo fuori le scarpe nuove appena acquistate, per l'inaugurazione ufficiale. Il risultato e' stato, manco a dirlo, mozzafiato.


Dieci centimetri di tacco. Dieci, dico. Dieci! Ma ci credete? Su un paio di scarpe lucidissime, coperte di paillettes, da reginetta del ballo.
Per la cronaca, con queste scarpe la Figlia del Fiume buca i due metri. Ecco. Dobbiamo ancora un po' lavorare sulla camminata, e sull'acquisire sicurezza. Pero' le potenzialita', a questo punto, sono incalcolabili.

Piu' tardi, molto piu' tardi, quando eravamo abbracciati a letto poco prima di addormentarci, lei fa ancora in tempo ad avvertirmi: "guarda che passeranno anni prima che io sia in grado di calpestarti con quelle!"
Beh, ovvio: il mio e' un piano a lungo termine...

lunedì 10 maggio 2010

Le ho prese di nuovo!

Incredibile, terzo post in tre giorni. Ma gli eventi eventano, eventualmente. E quindi e' giusto aggiornarvi.

Dopo lo spanking party del post precedente, la Figlia del Fiume era decisamente in un umore giocoso. Scherzando, l'ho stuzzicata chiedendo se voleva giocare per marcare il territorio, dopo che ero stato vittima di un'altra mistress. Scherzando, mi ha detto che forse era cosi'. Sempre scherzando, ovviamente...

E quindi d'improvviso ieri mi trovo legato al letto, caviglie unite, braccia allargate, culetto esposto. La Figlia del Fiume si avvicina, sensualeggia, mi stuzzica, arriva qualche schiaffetto, e poi annuncia di voler procedere come prima cosa ad una vendetta.
Mmmm... vendetta... ma per cosa? Ma se sono cosi' buono!!!
Comprendo con orrore il mio destino quando sento una punta sottile percorrere le mie gambe, le caviglie, le piante dei piedi: noooooooooo! Il solletico noooooooooo!
Terribile, tremendo: e' stato davvero un brutto quarto d'ora. Che poi se mi si fa il solletico, io mica rido, soffro solo infastidito. E lei lo sa, bastardissima.
D'altra parte io di mio la solleticheggio piu' e piu' volte, quindi alla fine non mi sono per nulla risentito. Certo, forse mi rivarro', ma sto divagando.

Finita questo prima tremenda ed ilare tortura, cominciamo a giocare su serio. Che vuol dire, principalmente, botte. Ne ho prese un po'. Ero ancora un po' sensibile dal giorno prima - credo sia la prima volta nella mia vita che vengo sculacciato due giorni di seguito - ed infatti il warm up mi ha fatto un po' preoccupare: la pelle era sensibile, non rispondeva bene. Ma e' bastato insistere un po', ed il corpo ha ricominciato a fare il suo dovere: endorfine, iperventilazione e pelle stordita.
La pelle stordita (numb skin) e' un fenomeno bizzarro. Mi capita quando prendo il paddle con una certa protervia: dopo un po' perdo sensibilita' superficiale. E' una sensazione meravigliosa, perche' il paddle di legno all'inizio e' "stingy", ovvero sembra pungere, e non e' molto piacevole. Dopo un po' invece la pelle e' completamente anestetizzata e i colpi risuonano in profondita', thud-thud, assolutamente godibili, assolutamente meravigliosi.

La sessione e' andata in crescendo. Merito forse di tutte le chiacchiere fatte in questi giorni, il livello tecnico e' oggettivamente migliorato. La Figlia del Fiume ogni tanto mi chiedeva di dare un voto al dolore che sentivo: da uno a dieci, abbiamo gravitato a lungo tra il quattro e il cinque, per poi schizzare sul finale a sette-otto. Questa cosa del chiedere di dare un numero e' cosi' semplice ed efficace che non capisco come abbiamo fatto a non pensarci finora. Ma tant'e'.

Armata di flogger, la Figlia del Fiume sembrava poter andare avanti per ore: in effetti il flogger da' una certa soddisfazione, e poi il nostro ha le frange belle larghe e pesanti. Il risultato e' che, per quanto lei spingesse, ad un certo punto le leggi della fisica limitano l'impatto percepito. Che vuol anche dire che lei puo' sfogarsi a piacere, picchiare quanto piu' forte le riesce, ed il tutto risulta ancora piacevole per me. Ed un bello sfogo per lei: confessera' poi di essersi sentita estremamente partecipe nel ruolo di frustratrice. E soprattutto di essersi divertita molto: yay for me!

Quando siamo passati al paddle, quello che sembrava poter andare avanti per ore ero io. Raggiunta la fase di numb skin, tutto quello che mi arrivava era piacere. A volte il colpo veniva subito digerito dal mio sistema, a volte mi contorcevo ed avevo bisogno di qualche secondo per affrontare gli effetti dell'impatto, ma mai, in nessun momento, ho voluto neanche lontanamente fermarla.
Quando poi per stuzzicare la mia parte feticista la Figlia del Fiume mi ha poggiato un piede sulla nuca per tenermi fermo, in posizione, mentre lei continuava a pagaiarmi alacremente, ecco, in quel momento si e' mescolato tutto: sessualita', dolore, atarassia, eccitazione. E' stato breve in realta', pochi secondi e pochi colpi (che comunque ero sul letto e lei lo stava facendo per me, ma non era certo comoda) ma ho sentito che se avesse continuato avrei potuto...
avrei potuto...

boh. Non lo so cosa avrei potuto fare. Forse niente. Ma io ho ancora in testa questa idea del poter raggiungere uno stato emotivo-psicologico-sessuale di perfezione e pace e felicita'. Non so se e' il cosiddetto sub space, non so se e' questa la strada, non so se io ne sono in grado. Ma il pensiero e' li', fisso, mi sgomita e non riesco a farlo andare via.

Ovviamente, le botte ad un certo punto si sono interrotte. Povera Figlia del Fiume, la faccio lavorare un sacco.
Il fatto e' che tutto questo menare, ansimare, guaire e lottare aveva prodotto i suoi begli effetti anche su di lei. Due effetti in particolare.
Il primo e' stato l'insorgere di una decisa minzione. So che non bisognerebbe parlarne, che l'educazione, il buon gusto, ecc ecc. Ma mentre io ero ancora legato al letto sentirla che si allontana, che entra nel bagno, sentire il rumore della sua cascatella e immaginarla mezza nuda, seduta, che magari mi guarda (che il bagno comunica con la stanza da letto), ecco, tutte queste cose tutte assieme mi hanno eccitato.
Il secondo effetto e' che poco dopo, quando chissa' come mi sono trovato liberato dalle corde ma bloccato dalle sue amorevoli cosce, e ho appena appena posato la mia linguetta dans mon origine du monde l'ho trovata, come dire, felice. Giaggia'. Bella contenta. Si vede che aveva apprezzato le nostre attivita'.

Adoro leccarla, questo dovreste saperlo. In generale, faccio quasi fatica a capire come ci possano essere uomini che non adorino questa nobile attivita'. E comunque, parlando per me, ci passerei ore.
Iniziamo con dolcezza: lei distesa sulla schiena, mi tiene la testa in loco, ma le sue mani mi accarezzano piu' che bloccarmi. Ogni tanto le cosce si chiudono intorno alla mia faccia, ma per lo piu' stanno bene aperte, amichevoli.
Ma non dura in eterno. Ho una lingua un po' corta, lo so, e per facilitarmi l'opera poco dopo ecco la Figlia del Fiume a cavalcioni sulla mia faccia, che si muove, ansima, mi propone varie alternative su quale dovrebbe essere l'oggetto delle mie attenzioni, e da ultimo cala con tutto il suo peso sul mio viso, soffocandomi, bloccandomi, schiacciandomi: quasi non riesco piu' a leccarla, quasi le mie labbra sono immobilizzate. Quasi, appunto: cerco di fare del mio meglio, e qualche risultato apprezzabile l'ottengo.

Sul finale, prosaicamente, scopiamo. Lei mi monta e mi usa: per me di solito e' difficile mescolare sesso e bdsm, forse ci amiamo troppo e non riusciamo mai a non "fare l'amore". Ma la Figlia del Fiume era particolarmente ispirata, e dopo il suo orgasmo ha cominciato un countdown per avere il mio: non volendo deluderla, allo scoccare dello zero non ho potuto fare a meno di ubbidire.

domenica 9 maggio 2010

Cosa succede ad uno spanking party

I piu' assidui lettori di questo blog (si', entrambi gli assidui lettori) saranno certamente stupiti dall'impennata nella frequenza dei post. Il fatto e' che tendo a scrivere solo quando ho qualcosa di importante da dire. E, evidentemente, in questi giorni cose importanti da dire ne ho molte. Come ad esempio raccontarvi cosa e' successo ieri, quando accompagnato da Lady O, sono giunto ad una casa privata nella simpatica suburbia locale, dove si svolgeva uno spanking party.

Spanking party, questo sconosciuto.
A prima vista poteva sembrare una pacifica riunione di famiglia: tra le quindici e le venti persone accomodate in salotto, sul patio o nella cucina di una bella casetta di periferia. Niente latex, niente abiti eccessivi, facce serene e poco o nulla libidinose. Finger food per chi ne sentiva necessita', chiacchiere di ogni genere: dal tempo, al lavoro, alla provenienza dei vari ospiti. Certo, in poche riunioni di famiglia si parla anche di seminari bdsm, di ruoli, di figure piu' o meno note della scena locale. E in poche riunioni di famiglia la gente ha un cartellino attaccato alla camicia con scritto il nome e (pick one or more) master/mistress/switch/sub/slave.
In effetti, a guardarlo cosi', il paragone con la riunione di famiglia fa acqua.

Anche perche' l'altra grossa differenza e', senza dubbio, la colonna sonora. Dall'istante in cui ho messo piede nella casa ho sentito un ciak-ciak costante, alternato qui e la' da qualche urletto, provenire dalle stanze. Le stanze erano, appunto, tre camere da letto, usate a turno da chi voleva giocare. E dico "a turno" con particolare proprieta' di linguaggio: su ogni porta c'era un foglietto con degli slot da mezz'ora, chi voleva giocare doveva prenotarsi e, una volta dentro, rispettare gli orari. Tutto cio' perche', oltre alla americana e maniacale professionalita' nell'organizzazione, avere un piano dei turni era decisamente necessario: nelle mie circa quattro ore di permanenza alla festa le stanze sono state usate costantemente.

Cosa succede nelle stanze?
Beh, non e' che proprio lo possa descrivere, che le porte erano chiuse. Dal sonoro direi principalmente impact play (era appunto uno spanking party). Se e' successo anche altro non mi e' dato saperlo.

Lady O ed io arriviamo tardi, quando ormai sono gia' le sette di sera - complice il fatto che Lady O, da buona romagnola, diffida della tecnologia e in assenza del gps abbiamo avuto qualche piccolo problema di natura geografica nell'attraversare le impetuose strade di Fairfax - e quasi tutti gli spazi erano prenotati. Lei, peraltro, e' stata accolta come una star, conosceva tutti e da tutti era rispettata. Io, povero e timido (seeee...) ho avuto bisogno di un po' per carburare, entrare in confidenza coi presenti, far funzionare la socialita'.
Fatto sta che passano le nove (la festa finiva alle dieci) e io non ho giocato, non ho piu' speranze a riguardo, e tutto sommato mi metto il cuore in pace. Avevo peraltro assistito ad un double trouble spanking in occasione, se ho capito bene, del compleanno di una delle ragazze presenti, quindi diciamo che almeno il mio lato voyeuristico era stato soddisfatto.

Passano le nove, dicevo, e come per magia a causa di uno scambio di stanze salta fuori un posto. Lady O, compiendo il balzo della martora, mi intercetta: "Giochiamo?"
E come rifiutare?
La mistress comincia a trafficare quindi con la sua toybag, consistente di un trolley di discrete proporzioni ed un involto viola dalla misteriosa e preoccupante natura. Per rassicurarmi mi informa che, sicuramente, saro' stato un naughty boy, e che meritavo la punizione di rito. Io ho cercato di spiegarle stupito che sono biologicamente incapace di essere men che buonissimo, ma pare che non l'abbia convinta.

E quindi, non so come, ci troviamo in stanza. Privatamente Lady O e' gentilissima, discutiamo un po' di tecniche, sensazioni, limiti (ci tengo a specificarle il mio pessimo rapporto col freddo, dato che nel pomeriggio l'ho vista intingere nel ghiaccio un bizzarro e spaventevole coso metallico prima di avviarsi in una delle sue stanze di gioco). E poi, senza troppa vergogna, mi spoglio, vengo bendato, e mi stendo sul letto.

Era la prima volta che giocavamo assieme, e dal suo modo di comportarsi ho potuto chiaramente capire quanto lei stessa ci tenesse a fare una buona impressione, a non spaventarmi, a conoscerci con calma. Ecco quindi tutta una prima fase quasi dolce, con qualche bottarella di flogger e soprattutto tante mani nude che colpiscono, si', ma anche accarezzano, graffiano, paciugano. Molto piacevole, molto rilassante. Pero' quando, dopo qualche minuto, si informa sul mio stato e mi chiede di valutare il dolore fin li' da uno a dieci, non posso fare a meno di rispondere, titubante, "... uno?"
E scoppiamo a ridere.
Cosa fantastica questa: uno dei problemi sulla scena e' la gente che si prende troppo sul serio. Che gia' mi da' fastidio nella vita comune, figuriamoci in camera da letto.
Capito quindi che potevamo alzare un po' i toni, i toni si sono alzati. Hanno fatto la loro comparsa un paio di slappers e uno o due paddle. Il tutto comunque senza mai soluzioni di continuita': ogni tanto giocava piu' pesantemente, per poi rallentare, passare alle mani, alle carezze, ma non si interrompeva mai, cercando di tenere sempre vivo un contatto, un ponte verso di me.
Non credo di essere comunque riuscito a rilassarmi del tutto (oggi mi faceva male una spalla, probabilmente ero teso e non me ne sono accorto), e lei e' stata decisamente gentile - lasciandoci alla fine della sessione mi ha confessato di aver fatto cose... peggiori. Ecco, diciamo peggiori.
Ma comunque, pur nei limiti della prima esperienza di gioco con una nuova partner, e' stato estremamente positivo: lei si e' divertita, io mi sono divertito, e scaduta la mezz'ora eravamo entrambi dispiaciuti di non avere piu' tempo a disposizione.

Al rientro (taglio sugli ulteriori dettagli, che il post e' gia' chilometrico) ho raccontato il pomeriggio nei dettagli alla Figlia del Fiume. E mi si e' scaldato il cuore: lei stessa, oltre ad essere sinceramente felice per me, sembra aver giovato dell'esperienza, in una maniera che non ho del tutto compreso ma che sembra essere molto promettente.

Stay tuned!

sabato 8 maggio 2010

Anticipazione

Come annunciato un paio di post fa, abbiamo cominciato a frequentare la scena locale. Una cosa tira l'altra e d'improvviso oggi pomeriggio mi trovero' ad una festa privata, in casa di gente che non conosco, accompagnato da Lady O (una mistress che abbiamo recentemente conosciuto).
Parlo al singolare, che la Figlia del Fiume oggi lavora, e a malincuore ha dovuto passare la mano. Quindi tocca a me fare da apripista.

Considerazioni pre partita: sono leggermente agitato e decisamente eccitato - anche se sto cercando di contenermi, che poi e' un momento rimanere delusi.
Ho ricevuto indicazioni di massima dalla Figlia del Fiume su quali sono i miei paletti per l'evento: di base, se possibile, dovrei evitare di finire a fare sesso vanilla con altre ragazze (non che sia un problema) e devo cercare di non parlare di scienza. Che la Figlia del Fiume vuole l'esclusiva sul mio cervello e sulla mia cultura.
Sono invece incentivato a giocare con Lady O, la stessa Figlia del Fiume si e' dichiarata contenta dell'eventualita'. E anche a me non spiacerebbe a questo punto, anche se in realta' non l'ho mai vista giocare e non so esattamente cosa aspettarmi. Vedremo.

A breve il resoconto dell'evento

giovedì 6 maggio 2010

Il gioco bulgaro

Il gioco bulgaro e' inciso nella mia memoria tardo adolescenziale. Purtroppo google non mi aiuta - avrei pigramente linkato una pagina di wikipedia a riguardo - e giungo quindi a due conclusioni: UNO evidentemente e' purtroppo una leggenda urbana locale delle mie parti dalle origini oscure e insindacabili e DUE mi tocca spiegarvelo. Uff, che fatica.

Ecco quindi le regole del gioco bulgaro, in esclusiva per voi solo su cremagialla: intorno ad una tavola, enorme e coperta da un'ampia tovaglia che arriva fino al pavimento, sono seduti un numero imprecisato di uomini. Eleganti dalla cintola in su (giacca, camicia, cravatta e gemelli), ignudi dalla cintola in giu' (pelle e peli, a seconda).
Sotto il tavolo e all'opre intenta, un fanciulla di sportive abitudini che passa di glande in glande, suggendo e impegnandosi a fondo per ottenere il meglio del meglio dai suoi sforzi. Ogni tanto cambia vittima, ogni tando si concentra su un singolo soggetto, stando sempre attenta pero' a muoversi in silenzio e toccare solo un uomo alla volta.
Intanto i tizi del piano di sopra devono intrattenersi a vicenda nelle piu' svariate conversazioni, discutendo dei mali del mondo, della politica internazionale, di artisti rinascimentali e del milan. La regola e': fare finta di niente. Soprattutto il proprietario del pene soggetto a suzione: lui deve essere il piu' impassibile di tutti. Ed e' questo il gioco: se riesci a mantenere una bella faccia da poker puoi goderti la situazione fino in fondo. Se la tua maschera si scompone...

E qui ci sono varie versioni, su cui per anni i sapienti si sono scontrati: c'e' chi dice che vieni eliminato dal gioco, c'e' chi dice che si da' un segnale alla donna di cambiare zona. Fatto sta che la festa, per te che sei stato sgamato, finisce.
Quando termina il gioco, invece?. Ah... questo non e' dato sapere. Davvero: che io sappia nessuno ha mai sollevato la questione. Evidentemente l'immagine era gia' abbastanza pittoresca, senza bisogno di ulteriori belleti.
Ma comunque, a me piace pensare che termini col primo orgasmo: la signorina esce dal tavolo, si alza e se ne va in silenzio, mentre gli uomini restano a guardarsi, tutti nell'incertezza di chi sia stato il fortunato.

Perche' racconto tutto questo?
Una foto, come si dice, vale piu' di mille parole. Eccola:




Ok, ero da solo, e non c'era nemmeno la tovaglia, ma che stai a guardare il capello? Eh, no.
Il fortunato evento e' stato figlio di uno dei bigliettini della scatola dell'ignoto, di cui ho gia' parlato in passato. Pescato qualche giorno fa', e' rimasto li' a prender polvere per un po', poi finalmente ieri gli interventisti hanno avuto il sopravvento.
Da notare la mia postura tesa e decisamente poco adatta alle regole sopra esposte.

Il tutto e' cominciato durante l'aperitivo. E io infatti, all'inizio, ho continuato a mangiare, devo dire con una certa soddisfazione. Ci deve essere un qualche legame oscuro, sicuramente meritevole d'indagine, che ti fa apprezzare meglio il cibo quando una bocca e' ben indaffarata sul tuo pisello.
Finita la pappa, realizzo che anche l'occhio vuole la sua parte e risolvo di fare qualcosa che avevo in mente sin da quando scrissi il bigliettino, settimane fa. Attacco il computer e giro per porno, che non c'e' limite al meglio. In particolare finisco per trovare il video qui sotto, a mio avviso molto adatto



Che, se non eccezionale nella trama, e' almeno valevole per l'atmosfera amatoriale e autentica.
Sul finale la Figlia del Fiume ha fatto il possibile per contenere il mio ahime' incontenibile entusiasmo. Ma se l'ho chiamato incontenibile un motivo c'e': ed eccola quindi che corre a prendere un canovaccio, per pulire la moquette da un paio di goccioline sfuggite alla sua amorevole boccuccia. E io che le dico, ridendo: "tranquilla, che tanto non macchio!"

venerdì 23 aprile 2010

La nostra prima uscita pubblica/2

C'e' da dire che l'imbarazzo iniziale della Figlia del Fiume e' durato decisamente poco: probabilmente la vista del mio corpicino quasi nudo (che al momento avevo ancora mutande e calzini) le ha fatto dimenticare la presenza di tutto un locale di voyeur, e si e' concentrata sul simpatico atto di darmi mazzate.
Cominciamo allegri, quasi routinari: un po' di spanking con le mani, un po' di flogger, un po' di paddle (ci eravamo portati i giocattoli da casa, just in case...)
Pero' e' un peccato non provare qualcosa dell'armamentario di public toys che penzolano dalle pareti, a disposizione di chiunque, offerti gentilmente dall'amministrazione del Crucible (questi americani hanno i loro bei difetti, ma l'organizzazione di solito e' impeccabile).

Vedo quindi la Figlia del Fiume allontanarsi nasupiando in giro, un po' davanti alle vetrine in tempo di saldi. Io non voglio perdere il mood e abbasso lo sguardo, pensando al mio tragico destino. E aspetto. Aspetto. Aspetto.
Aspetto.
Ehi, perche' non torna?
Rialzo la capoccia e la vedo che parla! Con Mr Meanie! E si avvicinano a me, ciangottando, brandendo strumenti medievali, e con fare risoluto: aaaargh!

E' capitato che Mr Meanie (ed altri che stavano con lui) abbia attaccato bottone con la Figlia del Fiume - come dar loro torto - facendole i complimenti per eleganza e silhouette, e la Figlia del Fiume di rimbalzo abbia chiesto una consulenza tecnica sull'uso del cane. Solo che il cane che si e' portata dietro assomigliava piu' ad un bastone da passeggio che ad una flessibile bacchetta di rattan: ma ho ingoiato il rospo, the show must go on.

Mr Meanie, da buon master, le consiglia di farmi spogliare nudo: "altrimenti come sai con precisione dove colpire?" E vabe', togliamo le mutande.
Poi, sempre da buon master, mi chiede a bruciapelo se:
- mi da fastidio giocare con un uomo (ma no, che te mi stai pure simpatico)
- mi piace prenderle per eccitazione sessuale o per endorfine (piu' la seconda)
- quanto e' il mio livello di sopportazione (boh? medio?)

In tutto questo la Figlia del Fiume ascolta, attenta (o incuriosita? e' sempre difficile leggerne le espressioni) e commenta, ma non capisco bene. Capirete anche voi, ero concentrato sul futuro delle mie povere terga.
Cominciano quindi una serie di colpi "a salire", che mi viene chiesto di valutare su una scala da uno a cinque (giallo = quattro, rosso = cinque). Per approssimazioni successive ci livelliamo su tre e mezzo, e la mano passa alla Figlia del Fiume. Prove, commenti, consigli, e io intanto poverino a fare il pupazzo malmenato.

A posteriori (ahah, posteriori) confesso che le botte piu' forti me le ha comunque date Mr Meanie: la Figlia del Fiume e' ancora troppo innamorata per essere tecnica :-)

Poi lo spietato (e simpatico) master ci lascia, e noi continuiamo a giocare: intensamente, abbastanza a lungo, isolandoci dal resto del mondo senza bisogno di pareti. E come al solito quando viene annunciata l'ultima serie vengo preso a tenaglia dalla voglia di protestare, di chiedere di giocare piu' a lungo, e la paura per le botte: l'ultima serie, si sa', e' quella piu' forte.

L'esperienza mi ha lasciato felice e fluttuante: finito tutto, mi ricompongo e vado in bagno a sciacquarmi, ridendo da solo (come i matti) e ricevendo anche i complimenti da uno dei molti volti che non sono riuscito a fissare nella mia proverbialmente scarsa memoria.

Considerazioni a fine giornata:
- ho realizzato un fatto bizzarro, una specie di paradosso: quando giochiamo, se tutto funziona bene, ho voglia di prenderle fino ad appena prima del colpo e da appena dopo. Durante il colpo vedo solo le stelle, e per un istante mi chiedo, con regolarita', perche' ci sono di nuovo finito dentro
- e' la seconda volta che gioco con un master, e il clima rilassato e quasi divertente non mi ha fatto minimamente provare disagio
- per la prima volta ho avuto delle ammaccature! Non che si giochi leggeri, ma noi gente del bosco si ha la pelle coriacea
- ho voglia di giocare ancora

Il pornofago consiglia #10: una faccia godibile

Video un po' lungo perche' realistico (o recitato molto bene). Una mistress nuda si siede sul viso dello sub - comodamente accrocchiato sul divano - e si fa leccare attraverso vari orgasmi.



Mi piace questo video perche':
- lo schiavo viene a tutti gli effetti usato, senza che gli venga proposto niente in cambio
- non c'e' dialogo (evitando quindi il problema di molti porno pessimemente recitati)
- sebbene sia un video commerciale, la ragazza sembra estremamente "sincera" in quello che fa
- la dom e' alta: a buon intenditor...

martedì 20 aprile 2010

La nostra prima uscita pubblica!

Caro Diario, e caro internet,
qualche giorno fa io e la Figlia del Fiume abbiamo fatto un passo bello lungo e per la prima volta ci siamo affacciati alla scena BDSM locale. Siamo andati al Crucible in occasione del "Social Sunday: Spanking". Il nome gia' spiega tutto: era un evento sociale, l'atmosfera rilassata e non abbiamo sentito poi troppa pressione. Un po' all'inizio, forse: da buoni italiani avevamo curato almeno un po' il vestiaro, io sportivo, la Dama del Fiume decisamente elegante. Quasi tutti i presenti erano invece decisamente piu' casual (jeans e maglietta per lo piu', con la notevole eccezione di una signora (sosia di Emma Bonino) con autentica divisa scolastica della prima meta' del secolo scorso.
All'inizio la differenza di abbigliamento ci ha fatto sentire leggermente fuoriposto, ma a conti fatti e' stato positivo: la Figlia del Fiume ha ricevuto molti complimenti, e posso dire tranquillamente che abbiamo fatto un figurone.

Il pomeriggio era diviso in due: prima un vero e proprio seminario sulla sculacciata (dove colpire e dove no, imparare a leggere il linguaggio del corpo, pro e contro delle diverse posizioni) condotto da Mr Meanie, master di un'allegra learther family poliamorosa, il quale si era giustamente portato dietro due sub (beta e epsilon) per corroborare la teoria con "sonanti" esempi pratici.

Finito il seminario, liberi tutti e si chiacchiera. Ci avventiamo sul buffet, ed intanto ci guardiamo attorno. L'atmosfera era, dicevo, rilassata, ci saranno state una trentina di persone, piu' lo staff del Crucible. Per rompere il ghiaccio (che non conoscevamo nessuno) attacchiamo discorso con Zombree, tizia (rivelatasi poi molto simpatica) gia' adocchiata Fetlife, e con cui avevamo scambiato un paio di timidi messaggi prima dell'evento. Da li' in poi e' stato tutto in discesa, almeno per la parte sociale: chiacchiere leggere, parecchi accenni al bdsm, ma niente di personale. Insomma, una normale festa tra sconosciuti, con sullo sfondo colpi e urletti dei poveretti che, giocando, finivano per trovarsi dal lato doloroso del paddle. O dello strap. O del cane. O di altra roba che non saprei ben definire.

Ma poi, giunti oltre la meta' dell'evento, un po' stufi di semplicemente stare a guardare, io e la Figlia del Fiume ci chiediamo: allora, che si fa?
Dopo una piccola contrattazione, mi ritrovo chi sa come ad abbracciare un mobiletto imbottito, una sorta di cassapanca, con le mie terga ben esposte. E da li' cominciano i guai :-)

domenica 28 marzo 2010

Il pornofago consiglia #9: femdom in music

Giusto per alleggerire i toni: Armand Van Helden - Hear My Name



Dove si prende il numero per la fila?

Pornografia, masturbazione e vita di coppia

Ieri ho passato il pomeriggio a girare per il web, guardando porno e masturbandomi. Perche'?
Domanda meno banale di quanto sembri: non e' una questione etica, ho abbandonato da tempo il (cattolicissimo) senso di colpa legato al vecchio ritornello della purezza e del non disperdere il seme. Ma avrei avuto altro da fare. Davvero: dovevo leggere vari articoli per l'universita', finire di scrivere un racconto, spendere energie in un paio di altri progetti che ho appena cominciato ma che ora devono prendere il largo. E invece niente. Porno. Pomeriggio buttato. E quindi mi chiedo: perche'?

Questa cosa deve aver a che fare con la mia vita di coppia. Vivo con la Figlia del Fiume e con lei sto bene, le parlo di tutto e lei conosce le mie pulsioni e i miei desideri. E cio' nonostante, appena ho un minuto libero, appena mi trovo solo in casa, zac.
Ma c'e' di piu': la scorsa settimana al lavoro ci sono stati due giorni in cui non riuscivo proprio a lavorare. Avevo la testa da un'altra parte, mi concentravo e dopo dieci minuti chissa' come ero sul web a leggere blog sessuali. (peraltro ho rimpolpato un po' la lista qui a sinistra)

Giunto a sera, ovviamente, mi sentivo in colpa per la giornata sprecata. Ne ho parlato con la Figlia del Fiume. La mia ipotesi era che non mi sento soddisfatto sessualmente: ne' dal lato vanilla, ne' dal lato bdsm. Vorrei alzare i toni, vorrei una sessualita' piu' profonda, pervasiva, appagante.
La Figlia del Fiume ha annuito. Ha detto che il problema e' probabilmente legato anche ai meccanismi della sua sessualita', del suo desiderio. Dice che, piu' si sente desiderata (ed io la desidero molto, questo e' un fatto ben noto), piu' il suo desiderio attivo - l'istinto predatore, per usare le sue stesse parole - si spegne. In qualche modo ho paura che lei cominci a darmi per scontato: sa che quando vuole, io sono sempre pronto, sull'attenti.

La discussione di ieri mi ha lasciato con sentimenti contrastanti: da un lato, come al solito, parlare con la Figlia del Fiume e' liberatorio, lei e' comprensiva, amichevole, e mi da' tantissimo supporto. Dall'altro, non siamo arrivati da nessuna parte: complice la stanchezza, abbiamo troncato il dialogo senza una dichiarazione d'intenti, una proposta, qualcosa di anche solo abbozzato ma che indicasse una strada da percorrere.

venerdì 26 febbraio 2010

E adesso cosa vorresti fare/3

[continua da un paio di post fa]
La sorpresa riservatami dal destino e' che la Figlia del Fiume, vedendo lo stato di completo trasporto ed eccitazione in cui mi ha ridotto (il cosiddetto budino emotivo) decide di graziarmi e giocare ancora un po' con me.
Mi fa alzare, con una mano mi afferra per i capelli, con l'altra mi abbranca con un certo vigore il pube, e mi parla vicino all'orecchio, con le sue labbra sulla pelle: "e adesso, cosa vorresti fare?"

Non che fossi in grado di rispondere. E infatti non ho risposto. Certo, magari ho emesso un suono intarticolato come "oeiurgh". Ma niente di intelleggibile, ecco. L'accademia della Crusca perdonera'.
Credo che la Figlia del Fiume provi un certo piacere nel vedermi cosi', completamente in sua balia, eccitato e recettivo. Beh, in effetti in questi termini chi non sarebbe interessato al prodotto?

In un attimo non so come sono di nuovo nudo. Cioe', piu' nudo. Cioe', ho le braghe calate. Lei sta dietro di me, mi tira per i capelli, mi morde il collo, le orecchie, mi bacia, mi dice cose irripetibili (principalmente perche' il cervello era staccato e davvero non sentivo quello che diceva) e mi pastrugna la' dabbasso. Il mio respiro s'accorcia, ovviamente. Il corpo sta teso e molle, una roba incomprensibile, e gli occhi non vogliono restare aperti, che il cervello ha bisogno di concentrarsi sul tatto.
Intanto sento l'orgasmo che sale. Sale di buon passo, come uno sherpa, e non si puo' fare poi molto per fermarne la terribile ascesa. La Figlia del Fiume lo sa, lo vede, un po' rallenta, vuole forse godersi lo spettacolo, ma poi e' pietosa, non mi tiene sulla graticola a lungo, e d'improvviso eccomi qui: spruzzo come un idrante a metri e metri di distanza, il mio corpo si tende come un arco, mi disidrato di colpo e butto fuori tutto in un botto, un unico scoppio lunghissimo e nervoso, e cado a terra rinsecchito come una prugna e altrettanto felice. La Figlia del Fiume mi bacia, mi accarezza, e ride del macello che ho combinato.

Cosa aggiungere? Amo questa donna. Anche se poi ho dovuto pulire.

mercoledì 24 febbraio 2010

Il pornofago consiglia #8: trampling from the past

Due video antichissimi, direttamente dalla mia turbata adolescenza, in tema con gli ultimi due post. Entrambi i video vengono dalla vecchia produzione di trample.com

Di questo credo mi attirasse anche (e forse soprattutto) la formosita' della saltatrice.


Questo invece mi colpiva per le risate (apparentemente) naturali delle protagoniste.

E adesso cosa vorresti fare?/2

[continua dal post precedente]
Intanto i minuti passano. E infatti mentre sono li' beato che mi godo le carezze, le strusciate e la sempre piacevole prospettiva dal basso in alto, la Figlia del Fiume si ritrae di scatto e mi dice: "Beh, basta. I dieci minuti sono passati, e anche qualcosa di piu'. Per oggi abbiamo finito."
Caaaaaaaaai!
(E poi mi venite a parlare di teasing and denial)
Comunque, rassegnato alle miserie della vita umana, mi rivesto (che nel frattempo un po' dei vestiti che avevo addosso si erano, chissa' come, volatilizzati).
"E adesso cosa vorresti fare?" mi chiede lei col massimo candore.
Dentro di me gia' si stava creando un elenco per punti, diviso in sezioni e paragrafi. Ma siccome sono un po' bischero, dribblo le richieste facili e provo ad alzare la posta: "beh, sai, il premio pescato parlava di calpestamento..."
Si', perche' a volte mi voglio male da solo.

Dunque, calpestamento. Perche' e' erotico? Perche' un uomo (che tipicamente e' una fantasia maschile) dovrebbe provare eccitazione dal farsi camminare addosso? Com'e' che la rete ne e' piena ma nessuno ne parla?
Risposta: boh. Una delle solite circonlocuzioni del cervello umano. E comunque non e' importante.
L'importante e' che, dopo poco, ci troviamo in una situazione forse meno sensuale e languida, ma decisamente piu' pratica: io sempre sul pavimento (che ormai ci sto comodo) ma nel punto piu' stretto del corridoio, vicino alla scala che da' sul piano di sopra, che cosi' lei puo' aggrapparsi al corrimano. E si comincia.
All'inizio soffriamo in due, perche' nonostante i miei tentativi di tenere la faccia da poker ogni volta che traspare un po' di dolore per un piedino che scivola lungo le costole, un tallone che affonda in una giuntura o un pisello un po' troppo pressato, lei subito si preoccupa, empatizza e scende.
Dopo poco pero' risale, e con maggiore confidenza, cosicche' mi ritrovo solo nel mio dolore. Aggiungiamo che negli ultimi tempi sono andato un po' in palestra apposta per aumentare la mia resistenza allo schiacciamento, aggiungiamo anche che il dolore "buono" genera endorfine nel solito ciclo del masochismo che si autoalimenta, aggiungiamo, aggiungiamo, aggiungiamo, e potete ben capire perche' dopo qualche minuto ero completamente partito di testa, eccitato, frollato, e felicissimo.
Certo, in teoria avrei dovuto mantenere un certo controllo della situazione per guidarla, aiutarla e controllare il buon esito dell'esercizio, ma come si fa! E poi la Figlia del Fiume sembrava ben padrona della situazione: marciava, passeggiava, tastando e prendendo confidenza, gravando su petto, pancia, gambe e pube in uguale e generosa misura. Ha risparmiato il viso per residue paure di far danni, e su questo non ho insistito, che gia' cosi' ero decisamente soddisfatto.

Cammina cammina, sembra che si arrivi alla fine di questa piccola sessione. E invece il destino mi riservava ancora una sorpresa.

domenica 21 febbraio 2010

E adesso cosa vorresti fare?

Ho pescato un premio dalla scatola dell'ignoto. Cosa, non sapete cos'e' la scatola dell'ignoto? Ma come, eppure ce l'ho qui vicina, ne parliamo sempre io e la Figlia del Fiume. Cosa dite? Che a voi non ne ho mai parlato? Mannaggia. Eppure ero convinto. Vabbe', rimedio.
La scatola dell'ignoto e' una scatola marrone e anonima, in cui io e la figlia del fiume abbiamo messo una manciata di bigliettini con descritti premi e punizioni per me e per lei. Alcune sessuali, altre no. Alcune cose sm, altre no. Ma tutte, si spera, divertenti. Poi ogni tanto, a seconda della voglia del momento, peschiamo e vediamo che fare.

Questa volta il foglietto diceva: "premio per Tom, 10 minuti di calpestamento fatto con dolcezza e sensualita'". O qualcosa del genere, che vado a memoria. E cosi' eccomi li', steso a terra e ignudo come un vermicello, con la Figlia del Fiume che mi cammina intorno sorniona. Ogni tanto si ferma, punzecchia, si appoggia, sorride, e ricomincia a camminare.
Io mi godo la scena, eccitato dalle attenzioni che ricevo, dalla posizione, dallo spettacolo delle sue gambe e del suo essere erotica anche in tuta.
Si siede sul letto accanto, mi appoggia i piedi addosso come una dea indiana e mi accarezza. Chiudo gli occhi e mi concentro sulle sensazioni, sull'essere accarezzato, sull'avere due piedi ghiacciati che ti esplorano la pelle (stupido inverno).
Pero' mi eccito, e lei si eccita di riflesso, lo vedo, cambia espressione.


Si rialza e tasta il terreno, dove il terreno ovviamente sono io. Camminarmi addosso, gravarmi sopra con tutto il suo peso. Mica facile: "ma no che non sei pesante, stai tranquilla che resisto". Ma lei continua comunque ad immaginare i miei organi interni che esplodono sotto i suoi piedini di fata. Qualche passo leggero, un piede appoggiato sugli addominali e hop di la'. Ma si vede che ha paura di farmi male, non se la sente. Torna seduta e sensuale, torna ad accarezzarmi: sara' per un altra volta, mi dico. Che anche cosi' va benissimo.

[continua...]

giovedì 11 febbraio 2010

Il pornofago consiglia #7: casual foot smothering

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E chi l'ha detto che sto sempre sotto? /2

[continuando da un post precedente]

[PROVA 2 - PROGRAMMAZIONE]
La Figlia del Fiume sta imparando a programmare in C. Per testarne la preparazione le ho assegnato un piccolo esercizio, da svolgere pero' sul divano, stesa sulla pancia e a chiappe nude. Si procedeva a cicli: un minuto di programmazione, una piccola punizione per incentivare le sinapsi, poi un altro minuto, poi un'altra punizione.
Il suo culetto si e' rapidamente colorito: avevo preparato tre strumenti, che usavo a turno. Il primo era un flogger di pelle, abbastanza leggero e abbastanza piacevole. Seguivano poi un cucchiaio di legno ed una flessibilissima bacchetta di plastica, entrambi parecchio temuti dalla mia dolce meta'.
Risultato: in un paio di minuti e' completamente entrata di testa, mi ha confessato di pensare al programma quando si prendeva le botte e alle botte quando era davanti alla tastiera, e di non vedere proprio come sarebbe potuta uscire da quel baratro. Povera piccola!

In realta' non era il caso di continuare, si capiva che cominciava a diventare frustrante per lei, e cosi' nella mia enorme magnanimita' le ho concesso una sospensione delle botte ed il consiglio a muoversi a finire il programma. Che tanto tutto e' riportato in pagella :-)

[PROVA 3 - ORGASMO]
Per la terza prova (che sembra di essere alle superiori) la Figlia del Fiume si e' trovata a gambe larghe, nuda a sufficienza per mostrare le sue vergogne, a maneggiare vari giocattolini che vibrano e stantuffano. Lo scopo della prova era duplice: fornire uno spettacolo che rispondesse ai miei raffinatissimi (seeee, vabbe') gusti e cercare ad obbedire alle consegne senza farsi troppo distrarre da quello che facevo io - mollette sull'interno coscia, bacchettate e floggerate nei punti sensibili, cose cosi'...
La Figlia del Fiume e' discretamente masochista, nel senso piu' fisico e carnale del termine. Non so se sono del tutto riuscito a farle apprezzare il dolore (quando ho portato via una molletta con una floggerata ho pensato di aver esagerato, la pelle era tutta rossa intorno e bianca nel punto dove era attaccata la molletta), ma credo che nel complesso si sia divertita. Quantomeno, i suoi umori parevano andare in questa direzione.

E poi, ovviamente, l'orgasmo. Tutti sanno che un bravo sottomesso dovrebbe saper venire a comando, secondo i modi e i tempi dettati dal proprio dominante. E dovrebbe poter venire anche senza nessun tipo di stimolo, solo con la forza del pensiero, mentre canta l'Aida e con una scopa nel culo ramazza la stanza. Ma sto divagando.
Ecco, diciamo che la Figlia del Fiume si e' impegnata molto, ma a furia di teasing and denial (le ho negato piu' volte il permesso di venire) ha un po' perso il controllo del proprio corpo. Con mio sommo divertimento, a dirla tutta.

Conclusione: sono ancora piu' innamorato, e non vedo l'ora che ci sia un'altra occasione per giocare. Sopra, sotto, di fianco: l'importante e' giocare!

mercoledì 10 febbraio 2010

Il pornofago consiglia #6: se puo' farcela lui...

Piccolo video con Amazon Amanda, famosa (e simpatica) mistress bbw.



Se puo' farcela quel poverino, ce la possiamo fare tutti!

Le bbw mi affascinano. E affascinano anche un sacco di altra gente, a giudicare dal materiale che si trova nei forum porno. Sono convinto che l'estetica del magro passera', e' solo una moda del tutto transitoria.

Che poi la Figlia del Fiume non e' assolutamente una bbw, ma si sa, l'amore rende ciechi.
(si dice che anche altre cose, spesso relative all'assenza di amore, rendano ciechi. Ne deduco che il destino del mondo e' un oblio senza luce).

E chi l'ha detto che sto sempre sotto?

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venerdì 29 gennaio 2010

Il pornofago consiglia #5

Mi piace molto l'atteggiamento della dom in questo video.

Mi piace in particolar modo come lo rimette in riga, fermando di forza il suo piccolo tentativo di fuga. E mi piace lo "scolding" (la ramanzina): il poveretto si agita, si lamenta, ma non c'e' davvero niente che possa fare per evitare le botte...
Eh, che crudelta! :-D

giovedì 28 gennaio 2010

Diesel (senza turbo)

Ciao mondo, quanto tempo! Dall'ultimo post ci sono stati: natale, vari traslochi, due voli, nuovi corsi all'universita', nuovi progetti. Ecce ecce.

Ma parliamo di sesso.
Ieri la figlia del fiume ed io abbiamo avuto una delle nostre super discussioni in cui spacchiamo il capello in piu' e piu' parti: un po' la luna, un po' l'astinenza da sm (o anche da sesso vanilla, a ben guardare), fatto sta che mi sono trovato nervoso e bisognoso d'attenzioni. Le vacanze di Natale sono stata una lunghissima pausa, ed ora temo che ci vorra' un po' per rientrare in carreggiata.

Poi siamo finiti a letto: un po' a sorpresa, poco prima di dormire ci siamo trovati tutti presi dal raptus. Dico a sorpresa, che di solito la sera siamo cotti cottissimi. E invece ieri l'ormone ha prevalso.
Tra le robette che si possono fare avendo due corpi a disposizione, la mia preferita e' sicuramente leccare. Passerei ore con la faccia tra le sue gambe, stuzzicando, paciugando, tenendola sull'orlo dell'orgasmo fino a quando non resiste piu', fino a quando quasi mi implora di scoparla.
A questo punto serve pero' una precisazione. Quando ci siamo messi assieme, la figlia del fiume era prevalentemente clitoridea. Poi, dai e dai, il suo corpo ha preso confidenza con il mio ed ha in fondo capito che da un pisello puo' venire anche del bene. I suoi orgasmi sono diventati via via piu' profondi e piu' intensi, e lentamente il piacere per lei si e' spostato dal di fuori al di dentro. Puo' ancora, ovviamente, avere orgasmi clitoridei, che pero' ora sfumano e fanno un po' una figura mingherlina rispetto a quelli vaginali. Da cui, quando e' molto eccitata, la cosa che desidera di piu' e' essere penetrata.
Questo purtroppo mal si conciglia con il sesso orale, non essendo io Gene Simmons. Non che mi dispiaccia possederla virilmente tenendola tra le mie forti braccia mentre lei delicatamente sfiora il mio mento volitivo. Pero', ecco, le volte che e' capitato di stare giu' fino alla fine e' stato decisamente memorabile.

Perche' questa filippica su gusti e dinamiche orgasmiche? Ottima domanda, miei piccoli lettori. Ed eccovi un'ottima risposta: ma niente, avevo voglia di riprendere il blog. Ieri l'ho leccata - a lungo, forse, ma mai abbastanza a mio parere - e poi abbiamo fatto l'amore. Un bell'orgasmo simultaneo, che avevamo bisogno di rinsaldare la coppia, e poi tutti a nanna. Albo signanda lapillo.