sabato 22 maggio 2010

Avete presente?

Avete presente quegli orgasmi infiniti, pregnanti, da piegarti le ginocchia, quelli dove respiri troppo in fretta e vai in iperventilazione e ti si annebbia la vista, quelli dove ti prudono i denti e vieni ridotto ad un budino emotivo, incapace di esprimerti, incapace di ringraziare, incapace di emettere suono articolato per l'improvvisa sparizione delle vocali, uno di quegli orgasmi che ti fanno considerare - solo per un momento, eh - l'idea di non masturbarti mai piu' nella vita, una perla, un momento perfetto, uno dei pochi frangenti dove ti riscopri religioso e credente, un orgasmo cosi', insomma.

venerdì 21 maggio 2010

Ai piedi della Figlia del Fiume: fetish e vita di coppia

Ieri pomeriggio inaspettatamente mi libero presto dal lavoro, la chiamo e poco dopo siamo sull'autobus alla volta di un centro commerciale. Missione ardua e difficoltosa davanti a noi: comprarle un paio di scarpe.
Difficoltosa perche', contrariamente allo stereotipo femminile, la Figlia del Fiume non e' particolarmente interessata alle scarpe e non ne colleziona a centinaia come segretamente sognerebbe il mio spirito feticista. E anche perche' lei e', sostanzialmente, una donna pratica. Giusto per castrare ogni spirito retifista.
Ancora sull'autobus concordiamo pero', amichevolmente, due obiettivi di compromesso: un paio di sandali, bassi e comodi, per la vita quotidiana, ed un paio di scarpe eccessive e azzardate, che lei da sola non si sarebbe mai comprata, e per la quale sono presente io - a fare cioe' l'amica zoccola che ti spinge a fare cose che i tuoi genitori disapproverebbero.
Ottimo, ce la sentiamo, partiamo!

Primo modello
Sandali con zeppa in sughero. Prova, riprova, cammina con uno, cammina con entrambi. Scartati: fanno male.

Modelli secondo, terzo, quarto e quinto.
Tacco alto, tacco basso, aperte, chiuse, con laccetto, senza laccetto. Non troviamo i numeri, non piacciono, stringono, stanno large. Niente: scartare.

Modelli sesto, settimo, undicesimo, ventitreesimo, ...
Senza piu' nessuna remora o vergogna, azzardiamo! Propongo scarpe eccessive, un paio di sandaletti viola da ragazza squillo, cuoio, scamosciato, colori fluorescenti, ornate in maniera elegante, ornate in maniera vistosa. Leggero cedimento di nervi. Dentro di me, qualche momento di sconforto: la missione sembra, oggettivamente, impossibile. La Figlia del Fiume non mette le scarpe col tacco. Mai. Quasi mai, in realta'. E comunque non tacchi... cosi'.
E dire che anche lei, poverina, si sta impegnando. Diciamo che, per il settanta percento, lo sta facendo per me. Pero' c'e' un buon 30% - che non e' una brutta percentuale - di divertimento sincero, di voglia di provare. Pero' forse il compito e', semplicemente, troppo.


Per temporeggiare, ci buttiamo sulle scarpe "comode". Il famoso paio di sandaletti, da tutti i giorni. E finiamo, inspiegabilmente, per metter mano su un paio di wool boots, che qui vanno abbastanza di moda, che alla Figlia del Fiume piacciono, e che non finiscono di lasciarmi basito. Ecco un link, non me la sentivo di includere l'immagine nel blog. Piu' tardi la Stessa Figlia del Fiume ammettera' che, cercando nelle scarpe un po' di erotismo, in questo modello se ne trova... ecco, poco.
E poi, finalmente, il miracolo.
Davvero, non solo a questo punto non ci credevo piu', ma prima di partire non avrei davvero sperato in un risultato del genere. Ed invece, ecco la luce in fondo al tunnel. E che luce!

Con lo spirito della faina, so che avere le zampe sulla preda non significa salvezza. Affretto quindi l'acquisto, per metterci al riparo da ripensamenti. E si va a casa.

A casa, dopo cena, la Figlia del Fiume dice che avrebbe proprio voglia che "qualcuno" si prendesse cura delle sue stanche estremita'. Ah, il sacrificio: con fatica e sconforto, acconsento :-) E quindi nell'ordine:


  • Pediluvio (acqua calda + sale) e subito ci riprendiamo dalla stanchezza.
  • Pedicure (pellicine, parti dure, unghie rifilate) non sono un professionista ma bilancio con la dedizione
  • Crema e massaggio, e questa parte riesce sempre ad essere chissa' come un po' sessuale
  • Smalto: nuovo colore da provare, inumano e azzardatissimo

E poi, finalmente, ritiriamo fuori le scarpe nuove appena acquistate, per l'inaugurazione ufficiale. Il risultato e' stato, manco a dirlo, mozzafiato.


Dieci centimetri di tacco. Dieci, dico. Dieci! Ma ci credete? Su un paio di scarpe lucidissime, coperte di paillettes, da reginetta del ballo.
Per la cronaca, con queste scarpe la Figlia del Fiume buca i due metri. Ecco. Dobbiamo ancora un po' lavorare sulla camminata, e sull'acquisire sicurezza. Pero' le potenzialita', a questo punto, sono incalcolabili.

Piu' tardi, molto piu' tardi, quando eravamo abbracciati a letto poco prima di addormentarci, lei fa ancora in tempo ad avvertirmi: "guarda che passeranno anni prima che io sia in grado di calpestarti con quelle!"
Beh, ovvio: il mio e' un piano a lungo termine...

lunedì 10 maggio 2010

Le ho prese di nuovo!

Incredibile, terzo post in tre giorni. Ma gli eventi eventano, eventualmente. E quindi e' giusto aggiornarvi.

Dopo lo spanking party del post precedente, la Figlia del Fiume era decisamente in un umore giocoso. Scherzando, l'ho stuzzicata chiedendo se voleva giocare per marcare il territorio, dopo che ero stato vittima di un'altra mistress. Scherzando, mi ha detto che forse era cosi'. Sempre scherzando, ovviamente...

E quindi d'improvviso ieri mi trovo legato al letto, caviglie unite, braccia allargate, culetto esposto. La Figlia del Fiume si avvicina, sensualeggia, mi stuzzica, arriva qualche schiaffetto, e poi annuncia di voler procedere come prima cosa ad una vendetta.
Mmmm... vendetta... ma per cosa? Ma se sono cosi' buono!!!
Comprendo con orrore il mio destino quando sento una punta sottile percorrere le mie gambe, le caviglie, le piante dei piedi: noooooooooo! Il solletico noooooooooo!
Terribile, tremendo: e' stato davvero un brutto quarto d'ora. Che poi se mi si fa il solletico, io mica rido, soffro solo infastidito. E lei lo sa, bastardissima.
D'altra parte io di mio la solleticheggio piu' e piu' volte, quindi alla fine non mi sono per nulla risentito. Certo, forse mi rivarro', ma sto divagando.

Finita questo prima tremenda ed ilare tortura, cominciamo a giocare su serio. Che vuol dire, principalmente, botte. Ne ho prese un po'. Ero ancora un po' sensibile dal giorno prima - credo sia la prima volta nella mia vita che vengo sculacciato due giorni di seguito - ed infatti il warm up mi ha fatto un po' preoccupare: la pelle era sensibile, non rispondeva bene. Ma e' bastato insistere un po', ed il corpo ha ricominciato a fare il suo dovere: endorfine, iperventilazione e pelle stordita.
La pelle stordita (numb skin) e' un fenomeno bizzarro. Mi capita quando prendo il paddle con una certa protervia: dopo un po' perdo sensibilita' superficiale. E' una sensazione meravigliosa, perche' il paddle di legno all'inizio e' "stingy", ovvero sembra pungere, e non e' molto piacevole. Dopo un po' invece la pelle e' completamente anestetizzata e i colpi risuonano in profondita', thud-thud, assolutamente godibili, assolutamente meravigliosi.

La sessione e' andata in crescendo. Merito forse di tutte le chiacchiere fatte in questi giorni, il livello tecnico e' oggettivamente migliorato. La Figlia del Fiume ogni tanto mi chiedeva di dare un voto al dolore che sentivo: da uno a dieci, abbiamo gravitato a lungo tra il quattro e il cinque, per poi schizzare sul finale a sette-otto. Questa cosa del chiedere di dare un numero e' cosi' semplice ed efficace che non capisco come abbiamo fatto a non pensarci finora. Ma tant'e'.

Armata di flogger, la Figlia del Fiume sembrava poter andare avanti per ore: in effetti il flogger da' una certa soddisfazione, e poi il nostro ha le frange belle larghe e pesanti. Il risultato e' che, per quanto lei spingesse, ad un certo punto le leggi della fisica limitano l'impatto percepito. Che vuol anche dire che lei puo' sfogarsi a piacere, picchiare quanto piu' forte le riesce, ed il tutto risulta ancora piacevole per me. Ed un bello sfogo per lei: confessera' poi di essersi sentita estremamente partecipe nel ruolo di frustratrice. E soprattutto di essersi divertita molto: yay for me!

Quando siamo passati al paddle, quello che sembrava poter andare avanti per ore ero io. Raggiunta la fase di numb skin, tutto quello che mi arrivava era piacere. A volte il colpo veniva subito digerito dal mio sistema, a volte mi contorcevo ed avevo bisogno di qualche secondo per affrontare gli effetti dell'impatto, ma mai, in nessun momento, ho voluto neanche lontanamente fermarla.
Quando poi per stuzzicare la mia parte feticista la Figlia del Fiume mi ha poggiato un piede sulla nuca per tenermi fermo, in posizione, mentre lei continuava a pagaiarmi alacremente, ecco, in quel momento si e' mescolato tutto: sessualita', dolore, atarassia, eccitazione. E' stato breve in realta', pochi secondi e pochi colpi (che comunque ero sul letto e lei lo stava facendo per me, ma non era certo comoda) ma ho sentito che se avesse continuato avrei potuto...
avrei potuto...

boh. Non lo so cosa avrei potuto fare. Forse niente. Ma io ho ancora in testa questa idea del poter raggiungere uno stato emotivo-psicologico-sessuale di perfezione e pace e felicita'. Non so se e' il cosiddetto sub space, non so se e' questa la strada, non so se io ne sono in grado. Ma il pensiero e' li', fisso, mi sgomita e non riesco a farlo andare via.

Ovviamente, le botte ad un certo punto si sono interrotte. Povera Figlia del Fiume, la faccio lavorare un sacco.
Il fatto e' che tutto questo menare, ansimare, guaire e lottare aveva prodotto i suoi begli effetti anche su di lei. Due effetti in particolare.
Il primo e' stato l'insorgere di una decisa minzione. So che non bisognerebbe parlarne, che l'educazione, il buon gusto, ecc ecc. Ma mentre io ero ancora legato al letto sentirla che si allontana, che entra nel bagno, sentire il rumore della sua cascatella e immaginarla mezza nuda, seduta, che magari mi guarda (che il bagno comunica con la stanza da letto), ecco, tutte queste cose tutte assieme mi hanno eccitato.
Il secondo effetto e' che poco dopo, quando chissa' come mi sono trovato liberato dalle corde ma bloccato dalle sue amorevoli cosce, e ho appena appena posato la mia linguetta dans mon origine du monde l'ho trovata, come dire, felice. Giaggia'. Bella contenta. Si vede che aveva apprezzato le nostre attivita'.

Adoro leccarla, questo dovreste saperlo. In generale, faccio quasi fatica a capire come ci possano essere uomini che non adorino questa nobile attivita'. E comunque, parlando per me, ci passerei ore.
Iniziamo con dolcezza: lei distesa sulla schiena, mi tiene la testa in loco, ma le sue mani mi accarezzano piu' che bloccarmi. Ogni tanto le cosce si chiudono intorno alla mia faccia, ma per lo piu' stanno bene aperte, amichevoli.
Ma non dura in eterno. Ho una lingua un po' corta, lo so, e per facilitarmi l'opera poco dopo ecco la Figlia del Fiume a cavalcioni sulla mia faccia, che si muove, ansima, mi propone varie alternative su quale dovrebbe essere l'oggetto delle mie attenzioni, e da ultimo cala con tutto il suo peso sul mio viso, soffocandomi, bloccandomi, schiacciandomi: quasi non riesco piu' a leccarla, quasi le mie labbra sono immobilizzate. Quasi, appunto: cerco di fare del mio meglio, e qualche risultato apprezzabile l'ottengo.

Sul finale, prosaicamente, scopiamo. Lei mi monta e mi usa: per me di solito e' difficile mescolare sesso e bdsm, forse ci amiamo troppo e non riusciamo mai a non "fare l'amore". Ma la Figlia del Fiume era particolarmente ispirata, e dopo il suo orgasmo ha cominciato un countdown per avere il mio: non volendo deluderla, allo scoccare dello zero non ho potuto fare a meno di ubbidire.

domenica 9 maggio 2010

Cosa succede ad uno spanking party

I piu' assidui lettori di questo blog (si', entrambi gli assidui lettori) saranno certamente stupiti dall'impennata nella frequenza dei post. Il fatto e' che tendo a scrivere solo quando ho qualcosa di importante da dire. E, evidentemente, in questi giorni cose importanti da dire ne ho molte. Come ad esempio raccontarvi cosa e' successo ieri, quando accompagnato da Lady O, sono giunto ad una casa privata nella simpatica suburbia locale, dove si svolgeva uno spanking party.

Spanking party, questo sconosciuto.
A prima vista poteva sembrare una pacifica riunione di famiglia: tra le quindici e le venti persone accomodate in salotto, sul patio o nella cucina di una bella casetta di periferia. Niente latex, niente abiti eccessivi, facce serene e poco o nulla libidinose. Finger food per chi ne sentiva necessita', chiacchiere di ogni genere: dal tempo, al lavoro, alla provenienza dei vari ospiti. Certo, in poche riunioni di famiglia si parla anche di seminari bdsm, di ruoli, di figure piu' o meno note della scena locale. E in poche riunioni di famiglia la gente ha un cartellino attaccato alla camicia con scritto il nome e (pick one or more) master/mistress/switch/sub/slave.
In effetti, a guardarlo cosi', il paragone con la riunione di famiglia fa acqua.

Anche perche' l'altra grossa differenza e', senza dubbio, la colonna sonora. Dall'istante in cui ho messo piede nella casa ho sentito un ciak-ciak costante, alternato qui e la' da qualche urletto, provenire dalle stanze. Le stanze erano, appunto, tre camere da letto, usate a turno da chi voleva giocare. E dico "a turno" con particolare proprieta' di linguaggio: su ogni porta c'era un foglietto con degli slot da mezz'ora, chi voleva giocare doveva prenotarsi e, una volta dentro, rispettare gli orari. Tutto cio' perche', oltre alla americana e maniacale professionalita' nell'organizzazione, avere un piano dei turni era decisamente necessario: nelle mie circa quattro ore di permanenza alla festa le stanze sono state usate costantemente.

Cosa succede nelle stanze?
Beh, non e' che proprio lo possa descrivere, che le porte erano chiuse. Dal sonoro direi principalmente impact play (era appunto uno spanking party). Se e' successo anche altro non mi e' dato saperlo.

Lady O ed io arriviamo tardi, quando ormai sono gia' le sette di sera - complice il fatto che Lady O, da buona romagnola, diffida della tecnologia e in assenza del gps abbiamo avuto qualche piccolo problema di natura geografica nell'attraversare le impetuose strade di Fairfax - e quasi tutti gli spazi erano prenotati. Lei, peraltro, e' stata accolta come una star, conosceva tutti e da tutti era rispettata. Io, povero e timido (seeee...) ho avuto bisogno di un po' per carburare, entrare in confidenza coi presenti, far funzionare la socialita'.
Fatto sta che passano le nove (la festa finiva alle dieci) e io non ho giocato, non ho piu' speranze a riguardo, e tutto sommato mi metto il cuore in pace. Avevo peraltro assistito ad un double trouble spanking in occasione, se ho capito bene, del compleanno di una delle ragazze presenti, quindi diciamo che almeno il mio lato voyeuristico era stato soddisfatto.

Passano le nove, dicevo, e come per magia a causa di uno scambio di stanze salta fuori un posto. Lady O, compiendo il balzo della martora, mi intercetta: "Giochiamo?"
E come rifiutare?
La mistress comincia a trafficare quindi con la sua toybag, consistente di un trolley di discrete proporzioni ed un involto viola dalla misteriosa e preoccupante natura. Per rassicurarmi mi informa che, sicuramente, saro' stato un naughty boy, e che meritavo la punizione di rito. Io ho cercato di spiegarle stupito che sono biologicamente incapace di essere men che buonissimo, ma pare che non l'abbia convinta.

E quindi, non so come, ci troviamo in stanza. Privatamente Lady O e' gentilissima, discutiamo un po' di tecniche, sensazioni, limiti (ci tengo a specificarle il mio pessimo rapporto col freddo, dato che nel pomeriggio l'ho vista intingere nel ghiaccio un bizzarro e spaventevole coso metallico prima di avviarsi in una delle sue stanze di gioco). E poi, senza troppa vergogna, mi spoglio, vengo bendato, e mi stendo sul letto.

Era la prima volta che giocavamo assieme, e dal suo modo di comportarsi ho potuto chiaramente capire quanto lei stessa ci tenesse a fare una buona impressione, a non spaventarmi, a conoscerci con calma. Ecco quindi tutta una prima fase quasi dolce, con qualche bottarella di flogger e soprattutto tante mani nude che colpiscono, si', ma anche accarezzano, graffiano, paciugano. Molto piacevole, molto rilassante. Pero' quando, dopo qualche minuto, si informa sul mio stato e mi chiede di valutare il dolore fin li' da uno a dieci, non posso fare a meno di rispondere, titubante, "... uno?"
E scoppiamo a ridere.
Cosa fantastica questa: uno dei problemi sulla scena e' la gente che si prende troppo sul serio. Che gia' mi da' fastidio nella vita comune, figuriamoci in camera da letto.
Capito quindi che potevamo alzare un po' i toni, i toni si sono alzati. Hanno fatto la loro comparsa un paio di slappers e uno o due paddle. Il tutto comunque senza mai soluzioni di continuita': ogni tanto giocava piu' pesantemente, per poi rallentare, passare alle mani, alle carezze, ma non si interrompeva mai, cercando di tenere sempre vivo un contatto, un ponte verso di me.
Non credo di essere comunque riuscito a rilassarmi del tutto (oggi mi faceva male una spalla, probabilmente ero teso e non me ne sono accorto), e lei e' stata decisamente gentile - lasciandoci alla fine della sessione mi ha confessato di aver fatto cose... peggiori. Ecco, diciamo peggiori.
Ma comunque, pur nei limiti della prima esperienza di gioco con una nuova partner, e' stato estremamente positivo: lei si e' divertita, io mi sono divertito, e scaduta la mezz'ora eravamo entrambi dispiaciuti di non avere piu' tempo a disposizione.

Al rientro (taglio sugli ulteriori dettagli, che il post e' gia' chilometrico) ho raccontato il pomeriggio nei dettagli alla Figlia del Fiume. E mi si e' scaldato il cuore: lei stessa, oltre ad essere sinceramente felice per me, sembra aver giovato dell'esperienza, in una maniera che non ho del tutto compreso ma che sembra essere molto promettente.

Stay tuned!

sabato 8 maggio 2010

Anticipazione

Come annunciato un paio di post fa, abbiamo cominciato a frequentare la scena locale. Una cosa tira l'altra e d'improvviso oggi pomeriggio mi trovero' ad una festa privata, in casa di gente che non conosco, accompagnato da Lady O (una mistress che abbiamo recentemente conosciuto).
Parlo al singolare, che la Figlia del Fiume oggi lavora, e a malincuore ha dovuto passare la mano. Quindi tocca a me fare da apripista.

Considerazioni pre partita: sono leggermente agitato e decisamente eccitato - anche se sto cercando di contenermi, che poi e' un momento rimanere delusi.
Ho ricevuto indicazioni di massima dalla Figlia del Fiume su quali sono i miei paletti per l'evento: di base, se possibile, dovrei evitare di finire a fare sesso vanilla con altre ragazze (non che sia un problema) e devo cercare di non parlare di scienza. Che la Figlia del Fiume vuole l'esclusiva sul mio cervello e sulla mia cultura.
Sono invece incentivato a giocare con Lady O, la stessa Figlia del Fiume si e' dichiarata contenta dell'eventualita'. E anche a me non spiacerebbe a questo punto, anche se in realta' non l'ho mai vista giocare e non so esattamente cosa aspettarmi. Vedremo.

A breve il resoconto dell'evento

giovedì 6 maggio 2010

Il gioco bulgaro

Il gioco bulgaro e' inciso nella mia memoria tardo adolescenziale. Purtroppo google non mi aiuta - avrei pigramente linkato una pagina di wikipedia a riguardo - e giungo quindi a due conclusioni: UNO evidentemente e' purtroppo una leggenda urbana locale delle mie parti dalle origini oscure e insindacabili e DUE mi tocca spiegarvelo. Uff, che fatica.

Ecco quindi le regole del gioco bulgaro, in esclusiva per voi solo su cremagialla: intorno ad una tavola, enorme e coperta da un'ampia tovaglia che arriva fino al pavimento, sono seduti un numero imprecisato di uomini. Eleganti dalla cintola in su (giacca, camicia, cravatta e gemelli), ignudi dalla cintola in giu' (pelle e peli, a seconda).
Sotto il tavolo e all'opre intenta, un fanciulla di sportive abitudini che passa di glande in glande, suggendo e impegnandosi a fondo per ottenere il meglio del meglio dai suoi sforzi. Ogni tanto cambia vittima, ogni tando si concentra su un singolo soggetto, stando sempre attenta pero' a muoversi in silenzio e toccare solo un uomo alla volta.
Intanto i tizi del piano di sopra devono intrattenersi a vicenda nelle piu' svariate conversazioni, discutendo dei mali del mondo, della politica internazionale, di artisti rinascimentali e del milan. La regola e': fare finta di niente. Soprattutto il proprietario del pene soggetto a suzione: lui deve essere il piu' impassibile di tutti. Ed e' questo il gioco: se riesci a mantenere una bella faccia da poker puoi goderti la situazione fino in fondo. Se la tua maschera si scompone...

E qui ci sono varie versioni, su cui per anni i sapienti si sono scontrati: c'e' chi dice che vieni eliminato dal gioco, c'e' chi dice che si da' un segnale alla donna di cambiare zona. Fatto sta che la festa, per te che sei stato sgamato, finisce.
Quando termina il gioco, invece?. Ah... questo non e' dato sapere. Davvero: che io sappia nessuno ha mai sollevato la questione. Evidentemente l'immagine era gia' abbastanza pittoresca, senza bisogno di ulteriori belleti.
Ma comunque, a me piace pensare che termini col primo orgasmo: la signorina esce dal tavolo, si alza e se ne va in silenzio, mentre gli uomini restano a guardarsi, tutti nell'incertezza di chi sia stato il fortunato.

Perche' racconto tutto questo?
Una foto, come si dice, vale piu' di mille parole. Eccola:




Ok, ero da solo, e non c'era nemmeno la tovaglia, ma che stai a guardare il capello? Eh, no.
Il fortunato evento e' stato figlio di uno dei bigliettini della scatola dell'ignoto, di cui ho gia' parlato in passato. Pescato qualche giorno fa', e' rimasto li' a prender polvere per un po', poi finalmente ieri gli interventisti hanno avuto il sopravvento.
Da notare la mia postura tesa e decisamente poco adatta alle regole sopra esposte.

Il tutto e' cominciato durante l'aperitivo. E io infatti, all'inizio, ho continuato a mangiare, devo dire con una certa soddisfazione. Ci deve essere un qualche legame oscuro, sicuramente meritevole d'indagine, che ti fa apprezzare meglio il cibo quando una bocca e' ben indaffarata sul tuo pisello.
Finita la pappa, realizzo che anche l'occhio vuole la sua parte e risolvo di fare qualcosa che avevo in mente sin da quando scrissi il bigliettino, settimane fa. Attacco il computer e giro per porno, che non c'e' limite al meglio. In particolare finisco per trovare il video qui sotto, a mio avviso molto adatto



Che, se non eccezionale nella trama, e' almeno valevole per l'atmosfera amatoriale e autentica.
Sul finale la Figlia del Fiume ha fatto il possibile per contenere il mio ahime' incontenibile entusiasmo. Ma se l'ho chiamato incontenibile un motivo c'e': ed eccola quindi che corre a prendere un canovaccio, per pulire la moquette da un paio di goccioline sfuggite alla sua amorevole boccuccia. E io che le dico, ridendo: "tranquilla, che tanto non macchio!"