giovedì 26 marzo 2009

Calde lacrime salate

Scrivo questo post lacrimando da un occhio, il perchè si capirà tra breve.
Per motivi che non sto a svelare, mi trovo in condizione di dover fare un regalo alla mia Dama.Pare così un pensiero naturale assolvere un compito assegnatomi in passato lasciato in qualche modo sospeso, mezzo svolto, che dove l'impegno c'era mancava forse la tecnica.
Il compito, a dirla un po' brutale ma franca, era quello di masturbarmi e venirmi in faccia. Si capisce quindi che le lacrime del titolo non sono quelle canoniche, e che l'occhio non mi lacrima per commozione. Ma andiamo con ordine.
Intanto: provare, ci avevo provato. Un po' per scarsa mira, un po' per carenza di pressione, il bersaglio però era sempre rimasto intatto. Eh, pazienza, diranno i miei giovani lettori. Eh, sticazzi. A lei, un po' importava: magari non è che sia proprio un chiodo fisso, ma un po' ci pensava. Qualche tempo fa si è cimentata anche lei nell'opera constatando, di fronte alla realtà, un problema non tanto di alzo, quanto di tiro.
Volendo però proprio produrmi in quest'evoluzione - chissà poi se apprezzerà il regalo - sono dovuto scendere a patti con la gravità (ovvero: se non puoi combatterla, fattela amica). Ora, non potendomi appendere per le caviglie come Richard Gere in quel famoso film, ho dovuto improvvisare un'inversione de noartri, ovvero tappetino a terra, spalle sul tappetino, bacino appoggiato al bordo del letto, gambe distese sul materasso. Ma sì, come nella posizione yoga della Setubandha Sarvangasana. Ma sì, quella della vignetta di bastardidentro.
Comunque.
Ah, scordavo, prima di cominciare, prendo un'accorgimento da sapientone e lego la base del tutto con un bel nastro di raso, moderatamente stretto, che fa sempre bene, che pure questa era una cosa mezzo buttata lì, mezzo richiesta.
Poi la cosa prosegue senza troppi incidenti. Un colpetto di vibrazioni, tanto per gradire, un assaggino al paio di sandaletti gentilmente lasciati qui (e che ormai odorano più dei miei baci che di lei...), e serenamente la natura fa il suo corso.
A questo punto, data la logistica, al momento clou è davvero difficile sbagliare, e infatti faccio centro. Fin troppo: prendo in pieno il mio occhio destro, che ancora duole e lacrima...
Per la cronaca, non è che sia stato proprio l'orgasmo più travolgente - e copioso - della mia vita, ma ce n'è stato comunque abbastanza per raccogliere petto, una guancia, fronte e capelli, oltre al già nominato bulbo oculare. Se non è amore questo.

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