martedì 21 aprile 2009

un po' scornato...

La somma dei miei difetti mi è stata deleterea. Once again. Evviva.
Sono arrivato a vedere la figlia del fiume carico di desideri ed aspettative. E, come sempre (davvero, sempre) succede, le aspettative non hanno fatto che rovinare le cose.
Durante la settimana la figlia del fiume mi aveva mandato piccoli segnali, mezze frasi e battutine, che lasciavano intendere avesse qualcosa in testa. Purtroppo il misto di bisogni e ansie da sciogliere che mi porto dietro ha divorato queste poche parole, dette magari con leggerezza e come scherzo, alimentandosene ed accrescendosi oltre il lecito.
Capita che vediamo assieme un film (Verfolgt, di cui ho già messo un estratto in un precedente post, e che consiglio) che parla di tematiche bdsm, ed alla fine ci ritroviamo sul letto vicini ed eccitati.
La figlia del fiume, all'incirca, mi assale, e dopo pochissimo stiamo facendo l'amore: lei è molto dominante, e mi usa. Io, di contro, ben felice di farmi usare, mi concentro su di lei, cerco di essere il miglior amante possibile, e quando alla fine veniamo assieme non provo in pratica quasi nessun piacere: il mio orgasmo è completamente annegato nel suo, io bado a lei e per il mio corpo è quasi una reazione meccanica, tanto che una volta un po'ripresasi lei è costretta a chiedermi se avevo avuto un orgasmo, che non se ne era accorta.
Fin qui, comunque, tutto bene. È una cosa che faccio volentieri, e sono felice che possa essere parte della nostra vita di coppia.
Purtroppo però, date le premesse, mi sono trovato forse ancor più desideroso, forse ancor più eccitato di com'ero prima di vederla.
Intanto viene ora di cena. Mentre siamo lì ad aspettare che ce la consegnino (piiiiiiiiiiigri e frigo vuoto...) lei mi chiede come sto. Data la solita timidezza, e dato che non volevo mettergliela giù dura (del tipo "sto così allupato che se passa cappuccetto rosso filmami che poi vendiamo le riprese a dario argento") la abbraccio e mugolo un po'. Soprendentemente, lei mi guarda sorniona e dice "non dire niente, ho capito".
Ora, data la storia pregressa di incomprensioni e malintesi, il mio primo pensiero è stato "no, cicci, no che non hai capito". Il secondo pensiero, subitaneo, è stato "sei proprio un malfidente del cazzo. Dice che ha capito, fidati". E così ho fatto.
Durante la cena poi le cose vanno lisce, ma la vedo approfittare di vino, cibo e beni di conforto come se non ci fosse un domani. Che, sommato allo stato di stanchezza che ci accomunava (lei aveva pure avuto una giornata pesante per del lavoro extra) l'ha ovviamente portata a ridursi ad uno straccetto balbuziente nel giro di un rumpenstinski.
A questo punto il pensiero razionale diceva: eh, capita, non è la fine del mondo.
Quello che mi fotte, quindi e come al solito, è il pensiero emotivo.
Mi sono sentito irritato, offeso, trascurato e frustrato. Tutto assieme, peraltro, con una voglia di urlare e di piangere come non mi capitava da tempo.
Al solito, però, faccia di ghiaccio e cerco di fare buon viso. Chiaramente qualcosa traspare, e quindi di rito ci troviamo in camera a parlare, lei un po' intontita (apparentemente, risulterà poi che il cervello era straordinariamente lucido) io compassato a spiegare il perchè e il percome, a chiederle scusa per come mi sento, ecc ecc.

La constatazione pratica è che andiamo a velocità diverse: quando lei comincia ad abituarsi e a prendere gusto con un certo tipo di rapporto e di attività, io sono ormai proiettato verso nuovi orizzonti, mai soddisfatto.
La constatazione lamentevole è che vorrei mi parlasse di più. Spesso i nostri dialoghi sono quasi soliloqui, e ho l'impressione di dover sempre tirare fuori io gli argomenti. Lei a questo commenta che quando pensa le cose poi dà per scontato che io le sappia per telepatia. È già la terza volta che mi propina questa giustificazione, che ora sta francamente cominciando ad irritarmi (avvisata! :-D)

Quindi, se le cose non sono andate proprio in maniera idilliaca, è ovviamente un misto di inabilità ed errori di entrambi. Cosa fare?
Se credo nella coppia, e credo di poter trovare in lei la risposta ai miei bisogni e desideri, finisco per crearmi aspettative, soprattutto in questo periodo di grande stress e tensione.
Se non ci credo e mi metto il cuore in pace, forse per il momento le cose potranno calmarsi, ma sicuramente in futuro dovremo trovare altre soluzioni, perchè il bdsm è un aspetto di me che voglio coltivare e costruire.

A questo punto sono in effetti un po' scornato.

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