venerdì 15 maggio 2009

Solerte e appiccicaticcio (2/2)

Tutto parte dal sogno di cui ho raccontato nel post precedente, in cui la figlia del fiume mi possedeva con uno strapon a smorzacandela (smorzacandela la posizione, non lo strapon).
Avendo io in qualche modo ereditato i suoi giocattoli erotici, capita che sia in possesso di un pestello bacardi, rosso e leggermente ruvido al tatto, che per l'occasione si è rivelato particolarmente adatto.
Come prima cosa, dopo aver preparato gli strumenti del caso, mi sono bendato: non tanto per l'autoimbarazzo - che comunque un po' c'è - ma soprattutto perchè avevo bisogno di concentrarmi sulle sensazioni tattili (anni di onanismo pornografico mi hanno alla fine rovinato :-D).
Avrei, ovviamente, potuto semplicemente chiudere gli occhi, ma avevo comunque voglia di sentire un po' di costrizione, di sentire che, anche volendo, non avrei potuto vedere.
E poi mi ritrovo lì, in ginocchio, mentre tengo bloccata tra i piedi l'estremità larga del pestello, e mentre l'altra estremità si fa strada lentamente tra le mie rosee carni.
È una sensazione strana: devo andare piano, se appena mi muovo troppo rapidamente mi sento sovrastimolato e dà fastidio, forse a causa della superficie un po' ruvida del pestello. Riesco a tratti però a trovare il mio ritmo, e comincio a provare un certo piacere.
Poi, come sempre, da cosa nasce cosa, e dato che ho le mani libere comincio a toccarmi.

Chiaramente è un po' tutto un esperimento, e come tutti gli esperimenti per un po' le cose vanno bene, ma spesso il rischio è di perdere il controllo: sensorialmente sovraccaricato, mentre si forma il mio orgasmo perdo il passo, lo recupero, e poi lo perdo di nuovo. Cerco di trovare una posizione che mi consenta con un unico movimento pelvico di avere la sensazione del "trenino", di penetrarmi cioè le mani e contemporaneamente di farmi penetrare, senza peraltro trovarla rompendo il ritmo. Ma sono dettagli, e poi non dura molto: dopo poco vengo, in maniera disordinata e scomposta, macchiando un po' dappertutto ed accasciandomi su me stesso, anche in preda a qualche crampo alle gambe per la posizione tenuta troppo a lungo.

È sempre eccitante quando mi lascia dei compiti sul calendario. E credo che anche lei sia eccitata dalla cosa, o almeno compiaciuta. Mi chiedo come sarebbe se mi desse ordini più specifici, finora è sempre stata abbastanza vaga, lasciando a me i dettagli.
Vedremo.

Nessun commento:

Posta un commento